Roma - Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l'accesso all'istruzione e alla leadership. E’ alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace. E anche: "Tutti dicono che il cervello sia l'organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c'è logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni".

 

 

 

E’ con queste illuminanti parole di Rita Levi Montalcini, la grande scienziata premio Nobel per la medicina nel 1986 e senatore a vita, che si è spenta oggi nella sua casa romana all’età di 103 anni, che Nicoletta Guelfi, esponente delle donne del Partito democratico di Ostia, ha ricordato su facebook la famosa studiosa.

 

 

 

Cordoglio da parte del mondo della cultura, della scienza e della politica è stato espresso per la scomparsa di una donna che con la sua lunga vita, attraversando enormi difficoltà a causa delle persecuzioni contro gli ebrei, riparò dapprima in Belgio e poi negli Stati uniti.

 

“Con Rita Levi Montalcini l'Italia perde una personalità straordinaria, una donna e una scienziata orgoglio del nostro Paese in tutto il mondo che ho avuto l'onore di conoscere apprezzandone le qualità umane oltre che professionali. Desidero rivolgere ai familiari della senatrice Levi Montalcini le più sentite condoglianze mie e della Regione Lazio”.

 

 

 E’ quanto dichiara la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. “Ricorderemo per sempre il premio Nobel Montalcini non solo per il suo   fondamentale operato nella ricerca ma anche per il suo impegno civico a favore delle categorie più deboli, della cultura, dei giovani. Una donna che era e sarà sempre un esempio e un modello da seguire e a cui l’Italia deve molto”.

 

La scienziata è morta nella sua abitazione romana di via di Villa Massimo, a due passi da Villa Torlonia.  Era nata a Torino da una famiglia di religione ebraica. Le sue condizioni di salute sarebbero peggiorate in breve tanto che sarebbe stata inutile la chiamata al 118.  

 

Il premio Nobel per la medicina le fu conferito grazie alla scoperta e all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa. Fu anche la prima donna ad essere accolta alla Pontificia Accademia delle Scienze. In seguito, nel 2001 fu nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per i suoi meriti sociali e scientifici.



 

“Una vita per la ricerca quella di Rita Levi Montalcini che ha sempre anteposto il bene comune”, scrive in una nota l'esponente Udc Luciano Ciocchetti. "Un esempio di virtù e sensibilità - aggiunge - anche nell'ambito della difesa dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. Insignita del Premio Nobel per la medicina resterà sempre un modello e un punto di riferimento  a livello scientifico ma soprattutto a livello umano e sociale. Una immensa perdita per il nostro Paese”,  conclude Ciocchetti.