Azuni, Sel: “Approvato e dimenticato il piano della ciclabilità?”
Cosa ne è stato del piano della ciclabilità approvato il 24 aprile di quest’anno in assemblea capitolina? A porsi la domanda è Maria Gemma Azuni, consigliera comunale Sel.
“Abbiamo approvato, con la soddisfazione di tante associazioni che, come me, da anni portano avanti la battaglia della mobilità sostenibile nella capitale, il nuovo quadro della ciclabilità della capitale, deliberazione n.27/2012”, spiega Azuni. “Nella stessa sede”, prosegue, “si era anche stabilito di attribuire agli interventi del piano quadro della ciclabilità una valenza strategica per la risoluzione dell'emergenza traffico e per la lotta all'inquinamento atmosferico”.
Obiettivi? Pedonalizzazione del tridente, 300 postazioni del bike-sharing e circa 1000 chilometri di piste ciclabili contro le attuali 200. Poi l’introduzione dell’intermodalità con l’ opportunità di portare le biciclette nelle metropolitane, nei bus e nei parcheggi condominiali.
La consigliera della sinistra osserva che “sarebbe stato utile, in un momento come questo di crisi, in cui il costo della benzina è diventato davvero proibitivo e che i cittadini si servono maggiormente dei mezzi pubblici e dei mezzi a due ruote quali le biciclette, sfidando ogni giorno la propria incolumità, se si fosse ottemperato, almeno per metà, all’attuazione di questo straordinario progetto”.
“Eppure l’amministrazione capitolina sembra aver dimenticato questo impegno, come molti altri”, sottolinea Azuni: “trovo assolutamente limitata e poca avveduta la politica di questa amministrazione che non si rende conto che investire a favore dei trasporti pubblici e dell’uso condiviso delle biciclette, limitando l’uso individuale dell’auto, libera e decongestiona tutta l’area del centro-città”.
Secondo Azuni, iniziative di questo tipo non pregiudicano la crescita economica delle città o all’accessibilità ai centri commerciali, perché è ormai assodato che l’uso sfrenato dell’automobile per gli spostamenti individuali non riesce più a garantire la mobilità della collettività.
Per questa ragione, per una mobilità sostenibile, chiederà in sede di bilancio che una quota delle risorse derivante dalle multe, così come previsto dalla deliberazione, venga utilizzato in questo progetto, perché Roma si trasformi, finalmente, in una capitale a misura anche delle due ruote come tutte le capitali europee.
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