Ostia - Senza una nuova legge, nei prossimi 5 anni altri 80.000 negozi chiuderanno e le nostre città saranno sempre più vuote e meno sicure

 

 

Al via la raccolta di firme per il ripristino delle competenze regionali sulle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali

 

 

La Confesercenti di Roma, Federstrade Confesercenti, con la collaborazione della Conferenza episcopale italiana e delle parrocchie romane, il sostegno di Cgil Filcams, Cisl Fisascat e Uuitucs dà  il via alla campagna “Liberala Domenica” relativa alla raccolta di firme per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare per il ripristino delle competenze regionali sulle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali.

 

 

 

L’art. 31 del D:L: n.° 201/2011, meglio conosciuto come “decreto salva Italia”, del 1° gennaio

2012, ha liberalizzato senza eccezioni e in tutto il territorio nazionale, il regime degli orari

degli esercizi commerciali e di somministrazione, consentendo, quindi, l’apertura per 24 ore

al giorno, in tutti i giorni comprese domeniche e festivi.

“Questo, esautorando completamente le Regioni, ha affermato il presidente di Confesercenti

Valter Giammaria, dal loro compito programmatorio datogli dalla Legge per il comparto

commerciale e annullando un lavoro, che riteniamo, di grande attenzione fatto negli anni con

il coinvolgimento di tutti gli attori sociali”.

 

 

 “Roma, ha proseguito il Presidente Giammaria, è sempre stata una delle capitali europee con

gli orari di esercizio più lunghi e con aperture domenicali che di gran lunga superavano

quanto accadeva in altre città, da Londra a Parigi, da Berlino a Madrid”.

 

 

 

Ricordando già che il centro storico e il litorale di Ostia avevano facoltà di apertura tutto l’anno e il resto della città da metà marzo a tutto dicembre.

 

 

La principale motivazione del governo nell’introdurre questa liberalizzazione è stata quella

che questa avrebbe consentito una grande ripresa dei consumi. La crisi economica che colpisce il nostro Paese ha indubbiamente caratteristiche e connotati molto preoccupanti e l’anno che sta per finire è stato tutt’altro che facile e in particolar modo per le piccole e medie attività economiche, che sono in prima linea nell’affrontare questa situazione.

 

 

 

“Il calo dei consumi da un lato e il continuo aumento di tasse, imposizioni e costi di gestione,

gli fa eco Mina Giannandrea, Presidente di Federstrade Confesercenti, rischiano di portare al

collasso il sistema dell’impresa diffusa, della sua capacità di dare occupazione e fare

economia e ciò vale anche per importanti negozi di marca e nelle gallerie commerciali, che

oggi scontano grosse difficoltà di gestione”.

 

 

 

I dati di Roma

 

 

“In questa situazione i provvedimenti di deregolamentazione attuati sono secondo noi,

sostiene Giammaria, rappresentano un grande e grave errore, in quanto non riteniamo, in

una fase di recessione economica, possano, come sostengono i fautori e come è stato

dimostrato nella realtà, favorire una ripresa dei consumi”.

 

 

Il settore del commercio negli ultimi è stato decimato. A Roma e nell’area metropolitana, si

contano, soltanto nei primi sette mesi dell’anno 1.500 chiusure e il saldo natimortalità, posto

a confronto con i dati dello stesso periodo del 2011 fanno registrare una ulteriore perdita di

esercizi pari a 500 imprese e 2.000 addetti.

 

 

“Se le cose non cambiano, ha sottolineato Giammaria, secondo una nostra valutazione nei

prossimi anni assisteremo, anche grazie a questi interventi di liberalizzazione ulteriori, ad un

saldo negativo di almeno altre 8.000 piccole aziende commerciali: con un crollo

dell’abbigliamento, - 1600, dei negozi di mobili ed elettrodomestici, - 700, di macellerie e

panetterie, - 650, di calzature, - 500, di frutta e verdura, - 200 ed uno stock di più di 4000 di

altre attività diffuse”.

 

 

 

“Sono previsioni catastrofiche alle quali dobbiamo porre un argine, sottolinea Mina

Giannandrea, e l’iniziativa assunta con Libera la Domenica da Confesercenti e Federstrade,

sostenuta autorevolmente e con impegno dalla Cei, vuole invertire questa tendenza

cambiando una norma sbagliata, ma più in generale difendendo gli interessi economici e

sociali della nostra realtà, restituendo anche ai commercianti, ai commessi, il diritto di vivere

un giorno di riposo dedicato alla famiglia”.

 

 

 

“Le liberalizzazioni non rappresentano un automatico volano per la ripresa dei consumi,

sostiene Giammaria. E una risposta immediata viene dall’andamento negativo delle vendite”.

Le vendite del commercio al dettaglio delle piccole superfici, rileva la Confesercenti, dal 2008

ad oggi fanno registrare un meno 9 % a Roma, che al netto dell’inflazione arrivano a soglie di

oltre il 19%.

“Così si favorisce solo la grande distribuzione, dice la presidente di Federstrade,  Giannandrea, e si va verso un commercio con un numero sempre minore di piccole e medie imprese che oggi garantiscono servizio, vivibilità e sicurezza nel territorio. Purtroppo assistiamo alla sempre maggiore desertificazione delle periferie romane e delle nostre strade commerciali”.

 

 

 

“La nostra preoccupazione, chiosa il Presidente della Confesercenti Giammaria, è ormai

arrivata al livello di guardia: siamo pronti a valutare forti iniziative di protesta e

mobilitazione”.

 

 

 

A Roma, nell’area di Viale Marconi luogo simbolo dell’iniziativa a tutela degli esercizi di vicinato domenica 25 novembre dalle ore 10 alle ore 13 sul Sacrato della Parrocchia Santi Aquila E Priscilla V. Pietro Blaserna, 113 Confesercenti, Federstrade con il sostegno della C.E.I. e la collaborazione della Parrocchia allestiranno il primo punto di raccolta delle firme a

sostegno del progetto di Legge di iniziativa popolare “Liberala domenica”.

 

 

 

Inoltre altri punti di raccolta saranno attivati nelle parrocchie dei quartieri Ostia, Eur, Acilia, Monteverde, Appia Nuova, Torrino, Tuscolano, Tiburtino, Nomentano, Boccea. La Comunità di Sant’Egidio ha assicurato il suo impegno a sostegno della raccolta delle firme.