Roma - Il Codacons esprime vivo apprezzamento per la decisione del neo sindaco di Roma, Ignazio Marino, di indossare il caschetto quando circola a bordo della sua bicicletta, come forma di esempio per i più giovani. “Ieri il sindaco si è reso protagonista di un bel gesto, facendosi fotografare col casco in testa in risposta alle critiche della nostra associazione, che lo aveva bacchettato per essersi recato in Campidoglio in bici senza l’apposito caschetto – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Vista la buona volontà dimostrata, invitiamo ora Marino a fare un giro domenica mattina con la nostra associazione attraverso le piste ciclabili della capitale, per verificare lo stato in cui versano. Numerosi sono infatti i tratti di ciclabile abbandonati all’incuria, coperti da rami e sporcizia, oppure ostruiti da automobili e moto parcheggiate in modo selvaggio. Una situazione che crea disagio ai tanti romani amanti della bicicletta e ai turisti, impossibilitati a percorrere diversi tratti di pista a bordo delle due ruote”.


“Non serve a nulla promuovere l’uso della bicicletta se poi è difficilissimo circolare in sicurezza sulle due ruote in città – prosegue Rienzi – così come non serve a nulla dare la colpa alla mancanza di cura da parte dei cittadini: basterebbe mettere un paio di squadre dell’Ama a lavorare qualche giorno sulle piste ciclabili per farle tornare totalmente agibili”. Anche a Ostia e nell’hinterland la situazione delle piste ciclabili non è delle migliori. A Dragoncello, per esempio, la ciclabile è interrotta in più punti e abbandonata al degrado. C’è poi quella di via dei Pescatori mentre il progetto della pista che colleghi Stagni con Longarina e Ostia antica ancora non decolla, benché il costo sarebbe contenuto. Realizzato dall'associazione “Ostia in bici XIII” insieme al comitato di quartiere Noi e voi insieme per una chiesa a Stagni, si tratta di un piano ambizioso ma al contempo realizzabile che porterebbe vantaggi al territorio.


Oltre a salvaguardare l’ambiente, infatti, promuoverebbe una mobilità alternativa permettendo ai cittadini che preferiscono lasciare l’auto a casa di sfruttare il percorso  per spostarsi con facilità nell'entroterra.L'associazione ha già effettuato tre anni fa gli studi di fattibilità ed un’analisi dei costi  dell'opera. Il percorso si integrerebbe alla perfezione con l'altro progetto di pista ciclabile che dovrebbe affiancare via di Castelfusano dopo i lavori di riqualificazione dell'arteria: i cantieri era stato detto a luglio del 2011 sarebbero dovuti partire “a breve, probabilmente nel mese di settembre”.


Il progetto, sostenuto da 800 firme, era stato ben accolto dall’ex presidente Giacomo Vizzani, aveva riferito Paolo Bonucci, l’allora presidente di Ostia in Bici XIII, che aveva consigliato, vista  l'esiguità dei fondi municipali, di proporre il piano in Campidoglio per ottenere dei finanziamenti.Ostia in bici intendeva non arrendersi poiché convinta trattarsi di un’iniziativa che  avrebbe rivoluzionato la viabilità del'area consentendo di godere delle bellezze naturali dell'entroterra. Il percorso promiscuo partirebbe da via Micali, dall'area della chiesa all'aperto, dove sorgerà un parco pubblico, procedendo lungo via Umbero Zanotti Bianco, per arrivare a quello che si progetta come il primo ponte ciclo-pedonale sul collettore primario. Poi continuerebbe su via Antonioli, via Giori, via Salerio per giungere al secondo ponte ciclo-pedonale sul canale delle acque medie, arrivando su via Rivautella. La pista si snoderebbe infine su via Pernier, costeggiando il parco della Longarina e arrivando su via di Catelfusano e poi affiancando il cimitero di via Pianabella. Secondo l'idea di Ostia in Bici XIII gli appassionati delle due ruote potrebbero proseguire verso il Lido di Ostia attraverso la pineta di Procoio, oppure addentrarsi ad Ostia Antica utilizzando il sottopasso ferroviario, che oggi versa in pessime condizioni ma che potrebbe  essere riqualificato. Il progetto era stato discusso la prima volta sabato 27 novembre del 2010 nella sede del comitato di quartiere Longarina.