“‘Racket del caro estinto’: pronti all’occupazione delle camere mortuarie”
Roma – Alla manifestazione organizzata ieri mattina davanti alla sede della Regione Lazio da Ass.I.Fu.R., Associazione Imprese Funebri Roma, con la solidarietà ed il sostegno dell’Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie ‘Antonino Caponnetto’, hanno aderito molti lavoratori del settore. Si è trattato della prima protesta in Italia ed in Europa delle agenzie di servizi mortuari per denunciare il ‘racket del caro estinto’ che avviene nelle camere mortuarie degli ospedali romani, una situazione scandalosa di sciacallaggio da parte di due sole società che ‘si accaparrano’ il lavoro portando sull’orlo del fallimento le altre 530 imprese dove sono impiegati circa 2.500 lavoratori. “La protesta ha visto la partecipazione di molti colleghi anche se le istituzioni ci hanno proprio snobbato. Nessuno, infatti, ci ha voluto ricevere o ha voluto incontrarci benché avessimo chiesto un confronto e sollecitassimo risposte dall’amministrazione regionale”, dichiara Gianluca Fiori, presidente di Ass.I.Fu.R.. “Per me, questo è un chiaro segnale di complotti. E’ forse questo l’interesse che le istituzioni hanno nei confronti dei lavoratori? Adesso”, prosegue il presidente Fiori, “ci stiamo muovendo l’Associazione per la lotta contro le illegalità e le mafie ‘Antonino Caponnetto’ e nei prossimi giorni organizzeremo delle iniziative eclatanti: abbiamo in programma l’occupazione simbolica delle camere mortuarie per documentare, anche attraverso dei filmati che saranno visionabili pubblicamente sul sito della nostra associazione di categoria, quanto accade”. La protesta di ieri mattina esprime un profondo disagio.
Ass.I.Fu.R. è tornata a chiedere alla Regione Lazio di “liberalizzare le camere mortuarie dallo sciacallaggio, sollecitando di internalizzare il servizio come accade in tutte le altre regioni italiane invece di lasciarlo nelle mani di due società come succede ora”. “Questo problema ha messo in ginocchio un intero settore a Roma e provincia, dove operano delle piccole imprese che adesso rischiano la disoccupazione visto che quelle società dettano legge e le altre sono tagliate fuori. La Regione Lazio dovrebbe vigilare poiché i dipendenti di queste imprese stanno all’interno delle camere mortuarie dichiarando di essere gli unici autorizzati dalla Regione Lazio, ma la Regione non rilascia autorizzazioni di questo tipo”, spiega ancora il presidente Fiori, che aggiunge: “queste persone chiedono compensi astronomici a chi li accetta, svendendo poi lo stesso servizio agli unici cinque che non lo fanno, tanto hanno guadagnato da vivere con gli altri”. “L’unico politico che ha voluto incontrarci è stato Orlando Corsetti, come già in passato. Con la Regione, invece, sono due anni che cerchiamo di parlare ma fino ad oggi non ci ha ascoltato nessuno ma dovranno farlo!”, continua il presidente Fiori. “Noi chiediamo di fare delle leggi che non ci sono e che potrebbero garantire la nostra sopravvivenza. Non chiediamo favoritismi, ma di fare pulizia, rispettando le famiglie di chi ha perso un proprio caro, rendendole libere di effettuare le loro scelte verso le proprie imprese di fiducia e vietando lo sciacallaggio. La nostra sola volontà, però, senza l’aiuto delle istituzioni, non troverà mai la risoluzione a questo drammatico problema che va avanti da dieci anni: per questo siamo pronti alle occupazioni”, conclude Fiori.
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