Roma- Via libera al taglio delle province, così come annunciato. Nel Lazio si passerà da 5 a tre: ci saranno Roma, città metropolitana, e poi Viterbo-Rieti e Latina-Frosinone. In totale dagli attuali 86 enti si scenderà a 51.

 

Il decreto legge è stato approvato oggi dal consiglio dei ministri e la riforma sarà operativa dal 2014, mentre le elezioni per eleggere gli amministratori si dovrebbero svolgere nel novembre del 2013.

 

 

Filippo Patroni Griffi, ministro della pubblica amministrazione, ha dichiarato chiaro e tondo che  “non si torna indietro, la riduzione è irreversibile”.

 

 

La riforma ridisegna la mappa delle province in base a due criteri: il numero minimo di 350.000 abitanti e un’estensione territoriale non superiore ai 2.500 km quadrati.

 

In questo contesto, nascono ufficialmente 10 Città metropolitane comprese nel totale delle 51: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Si chiude così la fase di riforma introdotta con l’articolo 17 della manovra di natale 2011, approvato definitivamente il 7 agosto scorso con il decreto legislativo 95.

 

 

Per quanto riguarda invece le province delle 5 Regioni a statuto speciale ancora non è stata presa una decisione in quanto la legge sulla spending review concede a Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta 6 mesi di tempo in più. La Sardegna avrebbe provveduto mentre la Sicilia sarebbe impegnata su altre questioni: è di ieri l’altro la nomina del nuovo esecutivo regionale.






Secondo la riforma,  le province diventeranno enti di secondo livello con un consiglio provinciale e il presidente con funzioni di area vasta e saranno chiamate ad occuparsi di piancazione territoriale e valorizzazione dell’ambiente, pianificazione dei servizi di trasporto, classificazione e gestione delle strade provinciali, regolazione della circolazione stradale, programmazione della rete scolastica e gestione dell’edilizia scolastica per le scuole secondarie di secondo grado.


Rispetto all’ipotesi dei ricorsi, il ministro non si scompone. Alcuni sarebbero già stati presentati ma il governo intende andare avanti in quanto crede nella “legittimità degli atti”. Anche se, come ogni in Italia, sarebbero soggetti a un sindacato giudiziario. L’annunciata rivoluzione che dovrebbe consentire di tagliare i costi è in atto.

 

 

Per discutere del decreto in programma il 7 novembre il convegno “La Riforma delle Province; le nuove aree metropolitane; la partecipazione dei cittadini per la trasparenza amministrativa; processi di riforma e principi identitari” ,organizzato dalla Rete dei Cittadini.


“La Rete dei Cittadini/e ha anticipato un argomento che avrà ricadute importanti sulla gestione del territorio, la partecipazione dei cittadini, la modernizzazione del Paese. Tuttavia è fondamentale che la razionalizzazione delle Province, fondata su legittime logiche di risparmio, sia coniugata ai principi di democrazia rappresentativa, assicurando la trasparenza dei governi locali e il rispetto dei principi identitari delle popolazioni interessate”.

“Su questi argomenti i partiti sono in forte ritardo. La nostra iniziativa  è dettata dalla necessità di analizzare le ricadute della riforma sul territorio, al fine di delineare politiche orientate al rinnovamento degli enti locali e al rafforzamento del rapporto diretto con i cittadini. Occorre infatti ragionare sulla possibilità che le leggi di riforma contribuiscano a costruire un tessuto articolato di istituzioni decentrate in grado di assicurare governabilità e gestione del territorio. Per fare ciò è fondamentale che tale soluzione sia sostenuta da canali elettivi, cioè da rappresentanti della comunità direttamente eletti e facilmente riconoscibili ”.

 

Roma, 7 Novembre 2012. Sala Gonzaga, Via della Consolazione 4.  

Intervengono: Giuseppe Celli – Capogruppo della Lista Civica Cittadini/e alla Regione Lazio, Gianluca Quadrana – Capogruppo della Lista civica Roma Capitale; Pietro Carotti; Mario Pompei.