Roma  – E' scattato il piano per la puliziaAtac che dal 25 luglio scorso, su richiesta dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, hanno stilato l'elenco delle zone a maggiore rischio di allagamenti. Il piano sarà poi aggiornato ogni settimana, grazie anche alle indicazioni dei cittadini: fino al 31 otto di tombini e caditoie: 3 milioni e mezzo di euro per disostruire circa 50mila caditoie su strade, sottovia, ponti e cavalcavia della viabilità principale e dei diversi territori municipali. Si comincia con le priorità segnalate da municipi, polizia locale e bre chiunque può segnalare problemi alle caditoie chiamando lo 060606 (il contact center di Roma Capitale) o inviando un'e-mail a liberailtombino@comune.roma.it, specificando dove si trova la caditoia intasata e cosa la ostruisce (foglie, rifiuti, terra).   I lavori, svolti in coordinamento con Ama, vengono eseguiti con due diverse tecniche a seconda delle necessità: Elephant (escavatore a risucchio) e Canal jet (macchine per la pulizia idraulica). Le 11 imprese coinvolte devono indicare con un proprio contrassegno le caditoie su cui sono intervenute, fotografare il "prima" e il "dopo" e georeferenziare lo scatto, in modo da consentire una mappatura degli interventi effettuati. I dati saranno poi incrociati con la mappa dei tombini di Ama, per ottenere un database unico che consenta di controllare l’efficacia delle attività svolte, impostare gli interventi futuri ed evidenziare le situazioni ancora a rischio. 

 

Il piano è stato messo a punto giovedì 29 agosto nel corso di una riunione, coordinata dall'assessore ai Lavori Pubblici Paolo Masini, cui hanno partecipato rappresentanti degli assessorati all'Ambiente e alla Mobilità e Trasporti, degli uffici tecnici dei Municipi, di Ama, di Atac, della Polizia Locale di Roma Capitale, della Protezione Civile e delle imprese coinvolte nei lavori. Il programma per la pulizia delle caditoie, commenta l'assessore Masini, "prevede uno stanziamento importante, il più alto degli ultimi anni" per ovviare "ad uno dei fattori chiave degli allagamenti". La logica, sottolinea Masini, è quella della "gestione efficiente dell'ordinario", per cui "ogni euro speso dalla pubblica amministrazione deve trovare un riscontro effettivo"; da cui "la richiesta alle imprese di mettere la 'firma' sugli interventi effettuati".