Sicurezza, Santori: “I furti di rame, una piaga da estirpare”
Roma – "Responsabili di black-out di treni, tra cui quelli della Roma-Lido, ma anche della mancata illuminazione di strade e comprensori, i furti di rame rappresentano una vera e propria piaga. Nonché sono responsabili di notevoli costi per le amministrazioni e gli enti costretti a riparare ai danni. La brillante operazione condotta oggi dai carabinieri riporta alla ribalta il problema dei furti di ‘oro rosso’ che producono una pesante ricaduta sull’efficienza delle linee ferroviarie e delle cabine elettriche di Roma e del resto del Lazio”, dichiara il presidente della Commissione Sicurezza di Roma Capitale Fabrizio Santori, commentando l’intervento nel quartiere Eur portato a termine dai carabinieri del nucleo radiomobile di Roma, che ha consentito di recuperare 100 chili di cavi rame rubati rinvenuti dentro il bagagliaio di un’auto condotta da due cittadini bulgari.
“Chiediamo di poter leggere i dati raccolti nel corso dell’anno dall’Osservatorio nazionale sui furti di rame, istituito dal ministero dell’interno nel febbraio 2012, di sapere quali interventi sono stati effettuati e quali concreti risultati sono stati raggiunti, così da poterli analizzare in Commissione e collaborare all’avvio di un concreto piano di intervento che permetta di estirpare una piaga criminale che fino allo scorso anno risultava in crescita”, prosegue Fabrizio Santori.
Il furto di rame è un crimine particolarmente pericoloso perché colpisce sia le aziende che le infrastrutture e provoca l’interruzione di pubblici servizi essenziali con conseguente pericolo per la sicurezza dei cittadini.
“E’ necessario intensificare ancora l’azione di contrasto, già efficace ma non ancora sufficiente a debellare il fenomeno, anche pensando ad un sensibile inasprimento delle sanzioni a carico dei responsabili di quella che si delinea come una vera e propria organizzazione di delinquenti, che conta, accanto ai diretti autori dei furti, anche mandanti, ricettatori, e coloro che infine riciclano e rivendono sul mercato il metallo”, conclude Santori.
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