Mobilità, proseguono i servizi contro i furti di rame: sequestrati 1.600 chili di oro rosso
Roma - Ingente sequestro di rame effettuato dalla polizia di stato nelle ultime ore nella capitale. Sono circa 1.600 i chili del prezioso metallo che i poliziotti della questura di Roma hanno recuperato nel corso di tre distinte operazioni.
Un fenomeno che desta preoccupazione in relazione al fatto che molto spesso i furti avvengono all’interno dei cantieri dove si stanno svolgendo i lavori di adeguamento della nuova linea metropolitana e in prossimità delle linee ferroviarie.
Il questore di Roma Fulvio Della Rocca ha pertanto predisposto dei servizi di controllo specifici proprio in prossimità dei cantieri e delle linee ferroviarie con l’obiettivo di tutelare la regolarità e la sicurezza dei trasporti.
In alcuni casi infatti i furti di rame hanno inevitabilmente causato un rallentamento ed un conseguente ritardo dei convogli ed hanno provocato avarie sulle linee anche ausiliarie di trasporto urbano ed extraurbano, come nel caso della Roma-Lido.
Ieri pomeriggio gli agenti del commissariato di Monteverde hanno recuperato 43 matasse del peso di circa 15 chili ciascuna, per un totale di circa 650 chili, che erano state nascoste sotto una scala in metallo di una costruzione in disuso posta sull’ansa sinistra del fiume Tevere.
Il materiale era già stato preparato e accatastato in piccole quantità per renderne più agevole il trasporto.
Gli ultimi due sequestri invece sono stati effettuati dagli agenti del reparto volanti ed hanno portato anche al fermo di 3 cittadini rumeni e alla denuncia di un quarto, minorenne, per il reato di ricettazione.
Sono stati i poliziotti di una volante infatti a notare un’auto sospetta e a seguirla fino in prossimità di una stradina senza uscita sotto il viadotto della Magliana.
Una delle persone, dopo essere scesa dall’auto ed aver aperto un varco tra le sterpaglie, ha fatto cenno al conducente di entrare ed ha immediatamente richiuso l’apertura.
Gli agenti che si erano avvicinati a piedi per non essere notati, hanno immediatamente chiesto rinforzi alla sala operativa della questura e poco dopo hanno sequestrato 12 bobine del peso di 50 chili ciascuna, per un totale di circa 600 chili.
Successivamente hanno individuato nelle vicinanze anche un altro spazio all’interno di una villa abbandonata sulla via Ostiense dove erano stati depositati altri cavi già sguainati e pronti per il trasporto oltre ad arnesi atti allo scasso e numerosi taglierini.
Il prezioso metallo infatti fa parte del materiale in parte depositato nei pressi della stazione metro di Eur Magliana e Marconi ed in parte utilizzato per alimentare una linea ausiliaria.
Un particolare ritenuto importante quest’ultimo dagli investigatori che fa presupporre che i due cittadini stranieri fossero perfettamente a conoscenza della minore pericolosità di lavorare sulla linea secondaria con un voltaggio notevolmente inferiore rispetto a quella principale.
E’ sulla Via Casilina, nei pressi di un cantiere allestito per i lavori di adeguamento della nuova linea metropolitana, che gli agenti del reparto volanti hanno invece effettuato il terzo sequestro e sottoposto a fermo altri due cittadini romeni.
Anche in questo caso i materiali per un peso complessivo di circa 250 chili erano stati nascosti dietro le sterpaglie insieme ad alcuni rulli di grosse dimensioni atti allo stoccaggio dei cavi e che recavano ancora le caratteristiche riguardanti la ditta costruttrice le caratteristiche tecniche del materiale e l’identificativo dell’ordine cliente.
Il valore totale del rame sequestrato potrebbe aggirarsi, secondo le stime del “mercato nero”, intorno agli 8.000 euro, circa 5 euro al chilo, rispetto al valore di mercato legale che si attesterebbe invece su 7,5 euro al chilo.
Un valore però ben maggiore se rapportato ai numerosi effetti collaterali derivanti dai guasti e ritardi nei trasporti, ai disagi per i pendolari e ai numerosi disservizi provocati anche nel campo delle telecomunicazioni che hanno delle pesanti ripercussioni su numerose attività commerciali e che invece arricchiscono il fiorente mercato illegale della criminalità organizzata.
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