Presso la Caserma Gelsomini, a Ponte Galeria, sede del Reparto Mobile della Polizia di Stato e delle Fiamme Oro Rugby, va in scena il big match del girone A tra la capolista Cammi Calvisano e la seconda in classifica (a pari punti con il San Gregorio): in pratica un vero e proprio confronto per la leadership. La pressione e la tensione per la sfida, un classico, negli ultimi due anni, sono fortemente sentiti da ambo le squadre con l’inevitabile risultato che, per il folto pubblico accorso, la partita non è di quelle più belle disputate dai leoni e che gli sbagli, nei calci piazzati e nel gioco alla mano, sono davvero numerosi, eccessivi attesa l’alta qualità dei giocatori in campo.
Neanche il tempo di sentire il fischio iniziale ed il match si apre, al primo minuto, con una meta del Calvisano, realizzata da Smith ed originata da uno svarione difensivo dei padroni di casa. Paul Griffen, mediano d’apertura degli ospiti e azzurro dal 2002 al 2009, non realizza la trasformazione e gli ospiti si ritrovano a condurre per 0-5. I leoni cremisi reagiscono al devastante colpo d’incontro dei calvisanesi spostando il baricentro del proprio gioco in avanti e pressando costantemente gli avversari nei loro 20 metri. Al 6’ Ettore Boarato fallisce l’opportunità di accorciare le distanze, sbagliando un calcio di punizione ma 15 minuti dopo, al 21’, ne realizza un altro (punizione per un fallo subito da Marco Rosa, bloccato a pochi metri dall’area di meta bresciana dopo una splendida fuga solitaria), marcando i primi tre punti per la squadra di casa. L’incontro prosegue con le Fiamme in attacco ed il Cammi impegnato a controllare puntualmente gli attacchi cremisi, a volte con i classici trucchi del mestiere da parte di giocatori esperti che l’inesperto arbitro De martino non è in grado di controllare e sanzionare adeguatamente, sempre in preda a continue amnesie ed incertezze. Il Cammi però non si limita esclusivamente al controllo, è squadra blasonata (2 scudetti superdieci e 7 finali di cui 6 consecutive) e colpisce di rimessa, come un vero predatore, al 32’, quando Guglielmo Palazzani, il mediano di mischia ospite, realizza uno di quei capolavori che vorremmo vedere realizzati anche in nazionale: ricevuto un pallone nella propria metà campo, alza la testa, si guarda intorno e, da quasi 60 metri, esegue un drop che vola in mezzo ai pali, siglando il 3 a 8 con cui si chiude il primo parziale di gioco.
La ripresa delle ostilità vede subito un altro errore su calcio piazzato dei Leoni cremisi, subito punito da Griffen che, al 5’, realizza altri tre punti: l’eccessivo nervosismo che monta nei giocatori delle Fiamme ne determina l’aumento dell’indisciplina in fase difensiva, puntualmente sanzionata dall’arbitro. La qualità del gioco espresso dalle due compagini non è elevata e non rispecchia i valori dei due team: e se da una parte, le Fiamme tentano di imbrigliare il gioco dei gialloneri, cercando di far arrivare meno palloni
giocabili a Griffen, ancora in grado di fare sontuose e geniali aperture, il Calvisano, al contrario, quando il mediano è fuori dal gioco ferma la sua azione, si riorganizza ed attende il suo arrivo, pronto a scattare come una molla sulle sue aperture. In tutto ciò, l’arbitro, sicuramente inidoneo alla direzione di una gara così importante, continua a metterci del suo con continue indecisioni e chiamate fuori luogo. Martinelli trova il modo di incendiare la partita quando al 10’, ricevuto sulla fascia sinistra un pallone a 5 metri dalla linea di meta delle Fiamme, finta un passaggio alla propria destra mandando fuori tempo due difensori in corsa e si invola sulla sinistra aprendo una voragine sino ai 22 metri avversari, dove innesca Massaro che viene bloccato in extremis a pochi passi dalla linea di meta. I giallo neri capiscono che devono mettere al sicuro la partita e, al 26’ colpiscono ancora, realizzando una meta con Matthew Phillips che schiaccia il pallone sulla destra dell’area di meta dei padroni di casa, dopo l’ennesima palla persa in touche dalle Fiamme: 3 a 16 per i calvini, a seguito dell’ennesimo errore in trasformazione di Griffen. Le Fiamme Oro reagiscono con rabbia, determinazione ed orgoglio, cingendo d’assedio i 22 metri del Cammi e, al 38’, mettono in tasca 7 punti con una meta di mischia finalizzata da Cerasoli: la conseguente trasformazione di Benetti determina il temporaneo 10 a 16. I Leoni si riversano in avanti, all’inseguimento della vittoria ed la compagine bresciana realizza che il match può sfuggire di mano, quindi Griffen, il giocatore di maggiore esperienza internazionale e caratura in campo, appena ricevuto l’ovale dai compagni nei propri 22 metri, decide di evitare inutili rischi e lo calcia in out a tempo scaduto, sancendo così il 10 a 16 finale per gli ospiti. Durante l’abituale terzo tempo, la premiazione per l’uomo partita: tutti concordi nel designare Palazzani per il suo drop capolavoro. Al termine del match amaro in bocca per la squadra della Polizia di Stato, sopravanzata in classifica di soli 3 punti dal San Gregorio Catania, impostosi ad Udine per 25 a 15.Ma proprio domenica prossima ci sarà la resa dei conti tra romani e catanesi per la conquista del secondo posto. Laconico l’allenatore delle Fiamme, Sven Valsecchi: “Non ho nulla da rimproverare ai miei, perché proprio oggi hanno dimostrato di essere una vera squadra. Il mio unico rammarico è che partite importanti come queste hanno bisogno di un arbitraggio adeguato, cosa che oggi non è successa. Comunque andiamo avanti per la nostra strada che, domenica prossima, ci porterà a San Gregorio. E anche lì sarà partita vera”.
Carmine Amoroso
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