Sabaudia - Dal 23 aprile al 4 maggio il Museo Emilio Greco di Sabaudia ospita una mostra di Giuseppe Vittorio Scapigliati, l’artista senese, naturalizzato lidense, conosciuto con il nome d’arte di Toscanaccio.

LA MOSTRA - "Opere inutili di un pittore inutile" dà il titolo all’esposizione, organizzata dall'associazione Risus, che permette di compiere un viaggio prezioso fatto di immagini, segni e colori... Colori mescolati alla rinfusa, come carte da gioco che l'artista scopre, ad una ad una, mettendole poi ognuna al proprio posto e giocando un ‘perfetto’ solitario. Tubi, manichini, libri, quadri, giochi di parole. Pagine e pagine ricamate con pazienza e passione, geometrie libere ed evocative, emozioni tra memoria ed immaginazione, vibrazioni del mondo e della mente, arte vissuta come solitaria, estrema e metaforica espressione di bellezza.


SABAUDIA
- È Sabaudia, dunque, con la linearità delle sue forme, il razionalismo dei suoi monumenti, la natura ancora in parte selvaggia e incontaminata, la pagina più bella che Giuseppe Vittorio Scapigliati sta scrivendo sul suo 'diario di bordo' durante il 'lungo viaggio avventuroso che sta percorrendo accanto al suo Dio, potente, temuto, amato'. "Una collezione tutta da scoprire", spiega Giuliana Mosca, curatrice della mostra: "un tesoro nascosto da guardare, ascoltare, diffondere, condividere e proteggere". "Nel mio deserto infuocato coltivo fiori bellissimi... Ed è sempre primavera", scriveva Toscanaccio.


TOSCANACCIO - Giuseppe Vittorio Scapigliati nacque a Piancastagnaio (Siena) il 1 aprile 1946 da una famiglia di umili origini. Andò a vivere a Roma a 15 anni, studiando presso l’Istituto Tecnico Armellini dove si diplomè. Toscanaccio non ebbe una formazione scolastica di tipo artistico, né frequentò lo studio di qualche maestro: fu un autodidatta. La sua vena artistica si manifestò durante gli studi superiori con tratti già definiti in bianco e nero e mediante l’utilizzo della matita come suo unico strumento.


Nel 1969, vestito di tutto punto e con una cravatta viola - già simbolo della sua trasgressione, del suo anticonformismo e anche della sua elegante personalità - si presentò ad una collettiva all'artista Gianni Crialesi, che lo introdusse nel circolo artistico-culturale di Ostia, allora particolarmente attivo. A partire dal 1971 iniziò un’intensa ed abbondante produzione di disegni figurativi, cui rimarrà ossessivamente legato per 7, 8 anni. Tra gli anni ‘80 e ’90 prese il via la sua ricerca, più raffinata, degli astratti: linee, segni, qualche colore, poi ancora scritte, materia, colori più caldi, maschere, tubi, manichini. E ancora colore, sempre più vivo e sempre più spazi occupati. “Io riempio gli spazi delle mie tele, tutti, comprese le cornici e se potessi andare oltre lo farei…”, ammise lo stesso artista. Toscanaccio morì, improvvisamente, ad Ostia, il 6 febbraio del 2015, proprio mentre le sue “Opere Inutili di Un Pittore Inutile” esposte a Nettuno, riscuotevano un grandissimo successo.


Museo Emilio Greco - Sabaudia Orari di apertura: dal martedì al venerdì dalle ore 16,00 alle ore 19,00 Sabato e domenica dalle ore 10,00 alle ore 13,00 - dalle ore 16,00 alle ore 19.