Acilia – Salta per ‘motivi burocratici’ ‘Piazza Capelvenere, Piazza nostra!’, l’iniziativa prevista e calendarizzata per oggi, sabato 7 giugno, ad Acilia. Non ci saranno né stand con i genuini prodotti dell’orto, né i laboratori gratuiti per imparare a fare il pane in casa con l’uso del lievito madre. E neanche ‘incursioni’ musicali, allegria, socialità e a conclusione della ‘giornata di mercato’ il concerto finale di due band. Domani piazza Capelvenere  sarà come ‘al solito’. Ovvero abbandonata, desolata, degradata.

 

All’annullamento della manifestazione, la cui prima edizione si era tenuta lo scorso 3 maggio, le realtà che l’hanno organizzata -  associazione culturale "Pio La Torre", il Collettivo “Terra/terra” e l’associazione culturale di Casalbernocchi "La Talpa" - hanno reagito  denunciando “il comportamento schizofrenico ed incoerente del Municipio X che, su iniziativa del direttore Saccotelli, ha negato l'occupazione del suolo pubblico per la vendita di prodotti artigianali ed agroalimentari nell’ambito dell'iniziativa, che in precedenza era stata autorizzata e patrocinata dallo stesso municipio e dal presidente Andrea Tassone”.

 

“L’evento, nato per rilanciare piazza Capelvenere della cui riqualificazione si parla tanto, era stato programmato da mesi e discusso con il municipio e con il presidente che l’avevano approvato e patrocinato: anzi a questo riguardo c’è una determina dirigenziale”, spiega Vincenzo Bellantoni, noto come Vincenzone, della ‘Pio La Torre’. “Si tratta di un progetto che, in via sperimentale, prevede un mercatino ogni primo sabato del mese fino a luglio in una piazza esempio ed emblema del fallimento del programma di riqualificazione urbana ‘Cento Piazze’. Iniziative analoghe sono state ‘collaudate’ al Prenestino e al Quadraro, con buon estito. L’idea”, prosegue, “era quella di portare nella piazza ‘qualcosa di più’ di un farmer market. Ed invece, alla vigilia della manifestazione, mi trovo ad avere problemi con l’ufficio commercio. Poi i problemi sembrano risolti. Ed invece no: il direttore nega il permesso. La motivazione?  La motivazione di tale rifiuto si basa su ipotetiche morosità dell'Associazione “Pio La Torre” per l'utilizzo di due stanze nella torretta (in uso dalla nostra associazione da circa vent'anni e per cui abbiamo più volte chiesto di essere regolarizzati). Infine, il 29 maggio, in una lettera ci viene intimato il pagamento di 58.000 euro entro 30 giorni pena l'iscrizione a ruolo!, esclama Vincenzo Bellantoni.

Non ci sono parole, interviene Massimo Ferrari, presidente dell’associazione: “Avevamo organizzato un mercatino per far rivivere questa piazza, che somiglia di più a un cimitero. E tutto con le nostre forze, senza attingere ad alcuna risorsa esterna. Ma ci siamo trovati ad affrontare un percorso in salita prima di ottenere il permesso. Avevo anche chiesto l’autorizzazione per permettere agli espositori la vendita. E invece no. Eppure siamo un’associazione che opera senza fini di lucro ormai dal ’90, ’91. Ecco”, afferma il presidente, mostrandola, “la determina del 31 marzo 2014 mentre il patrocinio del municipio risale al 20 febbraio, un mese prima. Insomma, dopo averci chiesto una marea di documenti vari… Siamo stati costretti ad annullare tutto. Qui si combatte contro i mulini a vento!”. “In un momento di crisi l’iniziativa avrebbe fatto da volano per i piccoli produttori locali visto che si stanno anche affermando gli ‘orti urbani’. Ci sono già le esperienze collaudate in quattro, cinque municipi romani”, gli fa eco Francesco Alberti, presidente dell’associazione ‘La Talpa’. 


“Siamo felici che il Municipio si sia finalmente accorto della presenza della “Pio La Torre”, che opera da anni sul territorio per fini sociali avendo tra la proprie attività la scuola popolare dove i ragazzi con difficoltà scolastiche possono usufruire di ripetizioni dei professori e studenti, l'organizzazione del ‘Comitato pendolari Roma-Lido’ e tutta una serie di innumerevoli attività volte alla salvaguardia e al recupero della piazza stessa ma restiamo perplessi davanti a questa vicenda”, continua il rappresentante dell’associazione. “Quanto accaduto, sia la negazione della piazza sia la richiesta di una somma enorme, non appaiono innanzi tutto ‘legate’ tra loro: che c’entra l’iniziativa con l’affitto? Eppoi è grave che il direttore sconfessi l’atto politico del presidente. E’ un comportamento scorretto che fa emergere contraddizioni su quello che accade nel nostro territorio: forse la sezione amministrativa si pone al di sopra? L’aula consiliare, del resto, è ridotta a un parlatoio, svuotata di significato”.

 

“Siamo convinti della bontà dell'iniziativa che avrebbe permesso di far incontrare, in una piazza degradata e abbandonata nell'entroterra del Municipio, piccoli produttori agricoli e artigiani provenienti dalle aree della provincia e da quelle limitrofe. L'iniziativa, di forte carica politica, sociale e culturale portava in piazza, oltre ai produttori stessi, esperienze e pratiche per un vivere più sostenibile riscoprendo la collettività, la socialità e momenti di cultura e dibattito sulle tematiche che riguardano la vita dei cittadini e di chi vive al di fuori delle cinture urbane rivitalizzando il deserto metropolitano delle periferie romane. Visto l'entusiasmo iniziale del Municipio, espresso durante la discussione della proposta cui è stato dato seguito con il patrocinio dell'iniziativa, non possiamo che rimanere sorpresi e amareggiati dall'improvvisa battuta di arresto ad opera di un asettico atto amministrativo. L'amarezza c'è anche considerando  che abbiamo sostenuto l’attuale maggioranza alle scorse amministrative: forse abbiamo pestato i piedi a qualcuno? A questo punto è legittima la domanda: chi decide e cosa nel Municipio X?”, conclude Vincenzo Bellantoni. La prossima iniziativa dovrebbe svolgersi il 5 luglio: l'intenzione delle tre associazioni sarebbe quella di realizzare appuntamenti mensili a partire da settembre. 

 
Sandro Lorenzatti, vicepresidente e assessore alla cultura del municipio X, in merito a questa vicenda dichiara che "le due cose si sono mescolate: da una parte la questione degli spazi occupati da anni alla torretta, dall'altra il mancato permesso di occupazione di suolo pubblico". "Per quanto riguarda la prima, è un problema non affrontato in precedenza nel quale stiamo cercando di intervenire", spiega: "non credo che siano morosi ma che il direttore abbia fatto comunicare loro una lettera per informarli: intendiamo trovare una soluzione. Sulla vicenda dell'osp, invece, voglio chiarire la questione lunedì. Questi cittadini hanno diritto come gli altri di organizzare degli eventi".