L’agente è stata insultata e aggredita dopo aver sorpreso un 23enne a bere alcolici fuori orario. Arvu Europea e Sulpl: “Ancora un agente di Polizia Locale in ospedale durante i servizi per il rispetto delle ordinanze anti alcool con il personale costretto in zone a rischio e in orario notturno funzioni di Forza di Polizia senza però averne riconoscimento giuridico, tutele e strumenti: in mancanza di risposte da governo e Roma Capitole annunciano un autunno caldo fatto di manifestazioni e presidi sotto il Campidoglio e il Parlamento”

Roma – “Ancora un agente di Polizia Locale in ospedale, questa volta una donna, refertata con 30 giorni di prognosi al Policlinico Umberto I durante i controlli per il rispetto delle ordinanze anti alcool a San Lorenzo, e ancora una volta il nostro personale si trova a svolgere in zone cosiddette a rischio e in orario notturno, vere e proprie funzioni di Forza di Polizia, senza però averne riconoscimento giuridico, tutele e strumenti. La misura è colma”.


Lo dichiarano in una nota congiunta il presidente dell'Arvu Europea Mauro Cordova e il Segretario romano del Sulpl Marco Milani, in riferimento all'ultima aggressione nei confronti dei caschi bianchi romani avvenuta nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 luglio, nel corso della quale una vigilessa è stata aggredita con calci e pugni in piazza dell’Immacolata, a San Lorenzo.


Le agenti avevano fermato un ragazzo di 23 anni sorpreso a bere un drink alcolico violando le norme che prevedono il divieto di consumare alcolici in strada dopo le 23. Una volta fermato per essere identificato ai fini della contestazione del verbale, il 23enne, di nazionalità svedese ma nato nelle Filippine, ha dapprima consegnato un documento d’identità ma quando si è reso conto della sanzione prevista ha iniziato a insultare le vigilesse, aggredendole fisicamente fino a farne cadere una a terra sotto la furia di spintoni, botte e calci.

L’uomo è stato subito bloccato e arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale: questa mattina si è svolto il processo con rito direttissimo durante il quale l’Autorità Giudiziaria ha convalidato l’arresto. 

Sono state diverse le ferite riportate, invece, da una delle agenti per la quale si è reso necessario il trasporto all’Umberto I dove ha ricevuto le cure mediche ed è stata refertata con 30 giorni di prognosi. 


Per queste ragioni la reazione dei rappresentanti dell’Associazione e del sindacato Cordova e Milani è dura: "Le responsabilità dell'Amministrazione di Roma Capitale e del Governo  centrale sono evidenti: quanto alla prima, da anni chiediamo la dotazione di strumenti di autotutela per gli agenti; dalla mazzetta distanziatrice al taser passando per una pianta organica decente, che non lasci il numero di agenti impiegati in tali servizi in balia di aleatorie adesioni a servizio di straordinario che spesso, come in questo periodo, nemmeno vengono pagati. Per quanto riguarda il governo, che tra mille aspettative e promesse aveva annunciato una legge di riforma della categoria attesa da 40 anni, basterebbe ricordare al Consiglio dei ministri come sia sufficiente un solo articolo che riconosca la categoria come Forza di Polizia ad ordinamento Locale, equiparandone gli appartenenti ai colleghi di tutte le altre forze dell'ordine. Purtroppo -  proseguono - mentre le istituzioni che dovrebbero tutelarci continuano ad essere evasive, i nostri colleghi mal equipaggiati, mal pagati e senza nemmeno una preparazione standard, continuano a prendere botte in strada dove evidentemente vengono visti per quello che sono: impiegati comunali” concludono i due esponenti del Sindacato e dall'associazione che, in mancanza di risposte, annunciano un autunno caldo fatto di manifestazioni e presidi sotto il Campidoglio e il Parlamento.

(Foto d'archivio)