Roma  - Adesso è ufficiale: la sperimentazione clinica sul discusso metodo Stamina a base di cellule staminali non si farà. Lo ha stabilito il ministero della Salute dopo la "bocciatura" del comitato scientifico nominato per valutare la sperimentazione stessa. Nel corso della conferenza stampa che si è svolta oggi il ministro Beatrice Lorenzin parla di un metodo "non sicuro" assicurando di aver svolto il lavoro con "il massimo rigore, il massimo riserbo e il massimo pudore che occorrono quando si tratta di cure e di persone malate". "Ho chiesto - precisa - all'Istituto superiore di sanità e alla Direzione generale del ministero di affrontare questa vicenda con questo tipo di atteggiamento ma il comitato scientifico, composto dai massimi esperti in Italia, ha dato un giudizio negativo su questa sperimentazione per quanto riguarda la sicurezza della cura". I 3 milioni stanziati per la sperimentazione, ha detto il ministro, saranno destinati "alla ricerca per la cura di malattie rare".

Immediata la forte reazione di Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation. Interpellato dall'Agi ha definito il ministro e il comitato scientifico "pericolosi per la salute degli italiani" e le associazioni pro Stamina annunciano denunce nei confronti del ministro Lorenzin e del premier Letta per "crimini contro l'umanità". Anche il mondo del web si ribella. Sono decine i commenti di protesta sulla pagina Facebook del ministro. Ma c'è anche chi si dice d'accordo con la decisione di bloccare la sperimentazione, "l'unica che poteva essere - dice l'associazione Luca Coscioni - adottata da un ministero che deve farsi garante della salute dei cittadini". E le famiglie dei malati Sma plaudono alla chiarezza che finalmente si è fatta sulla cura Stamina. Per risalire all'origine della vicenda Stamina bisogna tornare indietro fino al maggio del 2010, quando la Procura della repubblica di Torino aprì un'inchiesta sulle attività della Stamina Foundation onlus, associazione torinese fondata nel 2009 dal professor Davide Vannoni "per sostenere la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesenchimali e diffondere in Italia la cultura della medicina rigenerativa". Nell'ottobre del 2011 agli Spedali Civili di Brescia avviarono le cure staminali "a uso compassionevole", seguendo il protocollo della Stamina Foundation. In quell'occasione furono accolti dodici pazienti, tutti bambini affetti da gravissime patologie neurodegenerative. Nell'aprile 2012 il Pubblico ministero di Torino Raffaele Guariniello dispose un'ispezione dei carabinieri dei Nas agli Spedali Civili di Brescia. Il successivo rapporto venne inviato all'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco che il 15 maggio successivo predispose il blocco della terapia. L'allora ministro della Salute Renato Balduzzi dispose un'indagine amministrativa e un'ispezione da parte degli ispettori dello stesso ministero, dell'Aifa e del Centro nazionale Trapianti. Le ispezioni e le indagini portarono tutte alla stessa conclusione: bloccare la somministrazione dei trattamenti, non solo perché la possibile efficacia non è documentata scientificamente, ma le procedure per la preparazione delle staminali non rispetterebbero gli standard di sicurezza. Alle accuse Vannoni ha sempre risposto che sul suo metodo esiste un brevetto e, per questo, si sarebbe rifiutato di rendere accessibili i dettagli sulle sue procedure. Da allora la battaglia si è spostata nei tribunali. (Agi)

I genitori dei bimbi affetti da patologie degenerative hanno annunciato una manifestazione di protesta che si svolgerà a Firenze domenica prossima.