Sap: “Fiumicino: frontiera pericolosa. A rischio contagio i poliziotti dell'aeroporto”
Fiumicino – Aeroporto di Fiumicino: frontiera pericolosa. ‘Pericolosa’ perché vi arrivano extracomunitari da ogni paese del mondo non a bordo di un barcone ma di un aereo, senza essere stati precedentemente sottoposti a visita medica. Per prendere un volo, infatti, non è necessario sottoporsi a controlli sanitari. A rischio l’incolumità degli agenti della polizia di frontiera che ogni giorno vengono a contatto con questi stranieri. “La nostra unità operativa di fotosegnalatori svolge circa 7.000 fotosegnalamenti l'anno (700 solo negli ultimi due mesi) ed è quotidianamente esposta al contatto con extracomunitari provenienti da ogniddove”, spiega Carlo Pelliccioni, segretario di base del Sap – Sindacato autonomo di polizia: “per svolgere le dovute pratiche fotodattiloscopiche di identificazione devono necessariamente toccarli ed essere esposti alla vicinanza con tutti i rischi che questo può comportare. I voli da Lagos, Nigeria, ad esempio, hanno una frequenza trisettimanale”.
“Tutto il silenzio e l’apparente indifferenza che circola nell’aeroporto di Fiumicino riguardo alla situazione di rischio di malattie infettive eventualmente provocate dall’ondata di immigrazione che sta affliggendo il nostro Paese, ci lascia sbalorditi. I media che ogni giorno ‘rimbalzano’ le preoccupanti notizie provenienti dai vari centri immigrazione della penisola nonché dalle principali frontiere interessate dalla massiccia invasione di extracomunitari e le immagini che ci vengono bombardate dai tg nazionali non possono non far venire il pensiero che la probabilità di essere anche noi esposti ad una percentuale di rischio non sia poi così remota”, prosegue il dirigente sindacale. “La sala arrivi iinternazionali è di una inadeguatezza inaudita: passeggeri di ogni etnia che transitano e stazionano in una zona carente sia per cubatura d’aria che per metri quadri. I colleghi della U.I.F., impegnati nella ricerca dei falsi documentali, sono i primi ad essere esposti a questo rischio, che sale percentualmente in concomitanza con gli arrivi trisettimanali dalla Nigeria. I colleghi impegnati presso il Capo turno Arrivi, con servizi di piantonamento ai passeggeri fermati in attesa di vaglio e/o respingimento, sono costretti ad una promiscua vicinanza con persone provenienti da ogni dove senza alcun controllo sanitario. Una frontiera di serie A? Forse. Ma pur sempre una frontiera, con tutti i rischi che comporta essere esposti al contatto con passeggeri provenienti da ogni parte del mondo”, continua Carlo Pelliccioni.
“Sembrerebbe quasi che in materia di rischio per contaminazione di malattie infettive, i colleghi dell’aeroporto di Fiumicino siano esclusi. Eppure, purtroppo, non è così. Allora prima che possa accadere qualcosa di cui dolersi, perché non alzare le difese laddove possibile ? Perché non richiedere anche per l’aeroporto la dotazione dei kit anti-contagio, come quelli distribuiti al personale impegnato nell’operazione Mare Nostrum in Sicilia? Perché non intensificare i controlli sanitari, in particolare sui voli provenienti dalle zone a rischio ed eventualmente richiedendo su questi voli la presenza fissa di un presidio medico a supporto del personale di polizia? Forse si pensa che tutti gli altri poliziotti siano immuni da malattie contagiose? O magari che l’aeroporto della Capitale sia una camera sterile? Nulla deve rimanere intentato ai fini della salvaguardia dei colleghi”, conclude il sindacalista, denunciando “tutte le mancanze ravvisabili della dirigenza per la tutela del personale con tutte le responsabilità derivanti”.
Tags: fiumicino