Ieri mattina migliaia di turisti hanno trovato le porte chiuse al Colosseo, al Palatino, alle Terme di Caracalla, alle Terme di Diocleziano, a Palazzo Altemps, a Palazzo Massimo, alla Tomba di Cecilia Metella e alla Crypta Balbi. Custodi, impiegati amministrativi e tecnici della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici sono in agitazione perché ormai da quasi un anno la gestione dei più importanti siti di Roma è senza direzione, senza pianificazione, confinata all’ordinario a causa delle incertezze generate dal Commissariamento dello scorso febbraio. Circa 900 lavoratori di Roma e Ostia chiedono chiarezza sul futuro, sulle prospettive occupazionali, sulle strategie che il Ministero intende portare avanti da qui a breve. A seguito della partecipazione alle assemblee dei lavoratori di Ostia e di Roma, l’On. Alessandro Onorato, Capogruppo Udc al Campidoglio, sottolinea che “la questione dell’agitazione dei lavoratori è strettamente legata al problema più complessivo del destino della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma. C’è una Giunta in carica che vuole fare del mito della romanità il vessillo in base al quale rilanciare il turismo. Bene: nell’ultimo anno - nonostante la buona volontà dei dipendenti pubblici, il blocco del turn over e il contemporaneo aumento esponenziale dei visitatori -  si è invece navigato a vista, con un Soprintendente che è prossimo al pensionamento e un Commissario che si è limitato ad impegnare una parte minima dei fondi a sua disposizione. Manca l’autonomia gestionale del personale e la Soprintendenza di Ostia, dopo la nomina negli ultimi 3 anni di ben 6 soprintendenti ad interim, è stata di fatto accorpata a Roma.

A quasi otto mesi dalla mia prima richiesta e dopo due esposti al prefetto, sono finalmente riuscito a portare la questione del Commissariamento in una seduta di Consiglio straordinario che si terrà il prossimo 29 ottobre. Trovo che sia altamente preoccupante che il maggior patrimonio monumentale, storico e archeologico del mondo sia ormai da tempo gestito senza una strategia individuata, senza chiarezza verso i lavoratori  e, soprattutto, verso i cittadini romani”.