Ostia - In tempi di crisi, si sa, i tagli non sono mai abbastanza. E a farne le spese sono sempre i (settori) più deboli. Questa volta la scure della spending review si è abbattuta sugli Aec, assistenti educativi culturali, alterego degli insegnanti di sostegno che svolgono un ruolo cruciale nell'istruzione degli oltre 200mila bambini disabili italiani. Di questi, 320 (10 in più rispetto all'anno scorso) frequentano le scuole nel territorio di competenza del XIII Municipio. Ma da oggi, l'assistenza non gli sarà garantita, proprio a causa dei tagli che hanno visto diminuire i finanziamenti stanziati per gli Aec da 2,050 mln di euro del 2011 a 1,720 mln del 2012.

La denuncia arriva dal consigliere Orneli, che definisce "agghiacciante" questa situazione, "lo scandalo più grave e sconcertante tra i tanti a cui ci ha abituato una classe politica inadeguata".

La riduzione dei fondi è arrivata sebbene le avvisaglie di quella che si annuncia come una lenta agonia ci fossero già da qualche tempo: i soldi mancavano già l'anno scorso, non bastavano nemmeno a portare a termine l'anno scolastico 2011, figurarsi iniziare il 2012.

La dirigenza dei servizi sociali a febbraio 2012 comunicò la situazione al presidente Vizzani e all'assessore alla scuola Pace, "ma la richiesta di soldi non è stata comunque avanzata" al comune di Roma, afferma Orneli. Evidentemente, "il Presidente e la Giunta del XIII Municipio non hanno ritenuto opportuno, a fronte di quella richiesta di aiuto, richiedere maggiori fondi al Comune di Roma. Tutto ciò è inaccettabile" ha concluso il consigliere. Soprattutto facendo il confronto con quanto è accaduto invece all'VIII Municipio, che a inizio anno ha presentato alla giunta Alemanno una richiesta di sostegno economico per il servizio Aec, e ha ricevuto un finanziamento di 400mila euro.

Morale: oggi le scuole del XIII Municipio si trovano a dover assistere 10 bambini in più con meno personale, meno ore di lavoro a disposizione (il monte ore per ogni Aec è sceso da 30 a 26), e con un rapporto tra operatore e bambino che è passato da 1 su 3 a 1 su 4. Mentre in Municipio tutto tace. E la comunicazione col Comune sembra, almeno in quest'ambito, irrimediabilmente interrotta.