Sel X: “Ticket nei consultori? Zingaretti e Asl RmD revochino le richieste”
‘ERRORE INFORMATICO’ - Forse si tratta di un ‘errore informatico’, come si vocifera? Perché il presidente Zingaretti attende a fornire spiegazioni? In alcuni casi agli utenti sarebbero state richieste somme per diverse centinaia di euro, ma ciò che intende sottolineare la sigla è che i servizi a disposizione dei cittadini nei consultori sono totalmente gratuiti, così come prevedono la legge nazionale e regionale del 1975 e 1976.
VIOLENZA ISTITUZIONALE – Duro il commento di Vincenzo Bellantoni, (Prc): “E’ una forma di violenza istituzionale contro le donne e le famiglie. La Regione”, spiega, “dovrebbe conoscere le leggi nazionali e regionali, soprattutto quelle che hanno una ricaduta sulla salute delle persone. I consultori familiari”, prosegue il segretario territoriale, “sono servizi territoriali di libero accesso, gratuiti e, almeno in origine, orientati alla prevenzione: ciò implica che ogni persona che vi si rivolge abbia in assoluto la garanzia dell’anonimato, qualunque sia il bisogno e ancor di più l’età anagrafica. Tradire la fiducia delle persone è violenza, se fatta dalle istituzioni che dovrebbero garantirla è ancor più odioso”, sottolinea.
LE RICHIESTE – “Da qualche giorno stanno arrivando a domicilio richieste di pagamento di interventi effettuati dai consultori familiari della Asl RmD negli scorsi anni perché a suo tempo le prestazioni non avevano un codice di esenzione dedicato e per tale motivo molte strutture hanno utilizzato quello più comune, relativo al reddito. Se i burocrati regionali non sono tenuti a saperlo, qualcun’altro sì. Chi pagherà per l’attacco alla privacy delle persone e con ciò agli stessi servizi territoriali di base? C’è un garante della privacy a Berlino?”, domanda Vincenzo Bellantoni.
SMANTELLAMENTO SANITA’ – “Se non cesserà immediatamente questo indiscriminato e burocratico attacco non solo i consultori potranno essere chiusi definitivamente, ma assisteremmo alla definitiva sudditanza della Regione al dio denaro che tutto schiaccia, a partire dai più indifesi. Il Prc”, conclude l’esponente politico, “è perciò al fianco dei Cobas Asl RmD in questa battaglia contro l'ennesimo caso di "malasanità" quantomeno sospetto. Per noi è un ulteriore tassello nello smantellamento dei servizi essenziali, come accade ormai quotidianamente anche nei trasporti pubblici, che risponde alla stessa strategia: far funzionare male i servizi per arrivare alla richiesta di privatizzazioni! Chiediamo come primo atto che vengano revocati immediatamente gli avvisi di pagamento già inviati e/o in fase di invio e che venga data precisa e circostanziata informazione, anche attraverso gli organi di stampa, al fine di assicurare e ristabilire tranquillità e certezza del diritto ai cittadini utenti”.
LE LEGGI – “Gli ‘Avvisi bonari di pagamento’, con i quali viene richiesto il “recupero dell'evasione relativa alla compartecipazione dei cittadini alla spesa sanitaria”, alle utenti che hanno usufruito di prestazioni sanitarie presso i consultori familiari della Asl Rm D, addirittura eseguite nel 2010 e nel 2009, sono assolutamente gratuite, garantite dalla Legge nazionale n. 405/1975 e dalla Legge Regionale 15/1976, e non richiedono alcuna prescrizione medica in quanto prestazioni ad accesso diretto”, spiega Marco Possanzini, (Sel).
I SERVIZI - Nei consultori vengono erogati servizi essenziali come le vaccinazioni, le visite ginecologiche, l’assistenza psicologica, le visite pediatriche, le cure odontoiatriche, contribuendo a garantire il diritto alla salute a tutte le persone disagiate e a tutti i nuclei familiari meno abbienti. “Chiedere un ticket significherebbe, di fatto, permettere l’accesso ai servizi offerti nei consultori solamente ai cittadini che possono aprire il portafogli. Inoltre, recapitare per posta un avviso bonario di pagamento per un servizio erogato in un consultorio corrisponde ad una pesantissima violazione della privacy”, sottolinea il coordinatore Sel X municipio che chiede pertanto “al Presidente della Regione Lazio Zingaretti e alla ASL RM D di revocare immediatamente questo provvedimento che riteniamo ingiusto e lesivo dei diritti e della dignità delle persone”.
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