Sequestrati 200 chili di pesce avariato venduto sul molo di Fiumicino
La presenza sul molo di persone intente a vendere pesce in pessimo stato di conservazione, fonte di pericolo per la salute pubblica, senza essere peraltro in possesso di alcuna autorizzazione per il commercio su area pubblica, è stata accertata grazie ai controlli congiunti coordinati tra Capitaneria di porto, carabinieri, Polizia locale e Asl.
L’ennesima operazione congiunta ha portato al sequestro di circa 200 chili di pesce, dichiarato non edibile dal servizio veterinario della ASL Roma 3, da parte delle forze dell’ordine. Inoltre, parte del pescato delle 48 cassette sequestrate non è risultato di provenienza marittima ma probabilmente catturato nelle acque interne. Sono state identificate due persone per la successiva denuncia all’Autorità giudiziaria di Civitavecchia ed elevata una denuncia a carico di ignoti per la mancata tracciabilità del prodotto ittico.
“La repressione della condotta fraudolenta, sanzionata da Capitaneria di Porto, Carabinieri, Polizia locale e ASL Roma 3 – si legge in una nota delle forze dell’ordine - è volta ad evitare la commercializzazione non autorizzata di prodotto ittico pericoloso per la salute pubblica e che tali reati siano perpetrati in vicinanza dei punti di sbarco dei pescherecci, inducendo gli ignari compratori, anche stranieri, a credere che il pesce venduto sia proveniente dalla regolare ed apprezzata attività locale di pesca”.
“I controlli delle forze dell’ordine nel porto canale di Fiumicino e nelle altre aree di competenza del Compartimento marittimo di Roma, rientrante nell’ambito della Direzione marittima del Lazio, a salvaguardia della pubblica salute alimentare e a tutela dei consumatori, proseguirà incessantemente. Si ricorda con l’occasione che la recente normativa sanzionatoria in materia di pesca ha riformato l’impianto punitivo, commisurando le sanzioni, in modo significativo, anche al quantitativo di prodotto ittico illegale”, conclude la nota della capitaneria di porto.
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