Fiumicino - L'oleodotto Civitavecchia-Fiumicino è stato posto sotto sequestro su disposizione del gip del tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca. L'oleodotto era stato oggetto di furti di cherosene lo scorso mese di novembre, cui era seguito lo sversamento di 30 tonnellate di carburante con gravissimi danni ambientali. Il sequestro si è reso necessario per garantire la sicurezza “finché non saranno installati adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati”. Il sequestro è stato effettuato dai carabinieri del Noe al termine dell’indagine avviata dal procuratore di Civitavecchia, Gianfranco Amendola. Al momento il procedimento è contro ignoti. I prelievi e gli accertamenti tecnici, effettuati anche dall’Arpa Lazio, hanno permesso di rilevare lo sversamento di cherosene nei fiumi, nei canali e nei terreni a Palidoro e Maccarese, nel comune di Fiumicino, con la conseguente moria di pesci, uccelli e altri animali.

 

“Sacrosanta e condivisibile la decisione del gip del Tribunale di Civitavecchia di sequestrare l'oleodotto Civitavecchia-Fiumicino”, ha commentato Michela Califano, presidente del consiglio di Fiumicino: “Il nostro comune ha già pagato un prezzo carissimo a causa dello sversamento di cherosene dello scorso novembre. La sicurezza di una infrastruttura così importante e complessa non può essere demandata solo a vigilantes o personale interno. Ho personalmente protocollato il 17 novembre scorso un ordine del giorno per impegnare la ‘neonata’ Città Metropolitana a fare tutto ciò che è in suo potere affinché l’area dove corre l’oleodotto venga riconosciuta, a tutela di tutti i comuni che la 'ospitano', di interesse nazionale dando modo così agli enti competenti, dal ministero dell’Ambiente alla Regione Lazio, fino alla Città Metropolitana di Roma Capitale, di sovrintendere non solo alla bonifica ma a tutte le procedure di messa in sicurezza che evitino futuri nuovi sversamenti di cherosene”, conclude. 


"Il comune di Fiumicino è convinto che la decisione del Gip del Tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca di mettere sotto sequestro l'oleodotto che da Civitavecchia arriva in aeroporto sia una scelta giusta e di garanzia per l'ambiente e la salute pubblica. Nel procedimento giudiziario il comune di Fiumicino si costituirà come parte civile in quanto parte lesa. Abbiamo ancora negli occhi le immagini del disastro ambientale a Maccarese, Torrimpietra, Palidoro. Quella del Tribunale di Civitavecchia è una decisione volta alla salvaguardia non solo del nostro territorio. La condotta oggetto dei tentativi di furto è lunga una settantina di chilometri e oltre Fiumicino attraversa altri cinque comuni: Civitavecchia, Cerveteri, Santa Marinella, Ladispoli e Roma. È impensabile controllarla notte e giorno per tutta la sua lunghezza se non attraverso un sistema di monitoraggio moderno ed efficiente simile a quello, sempre di proprietà dell'Eni, già in uso sull'oleodotto che da Gaeta arriva a Pomezia. Questo abbiamo chiesto già nel corso dell'unità di crisi che ho convocato a pochi giorni dalle effrazioni e questo è quanto anche il Tribunale di Civitavecchia impone all'Eni", dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. 

 

"È una buona notizia che la Procura della Repubblica di Civitavecchia provveda a far mettere in sicurezza tutto l'oleodotto. Il decreto di sequestro preventivo è in linea con quanto richiesto mediatamente dall'Amministrazione, che ha subito inviato un'informativa alla Procura  e, insieme alla Capitaneria di Porto, ha diffidato l'Eni. Entro fine gennaio abbiamo in programma una conferenza dei servizi. Ci metteremo in contatto con il Tribunale per sapere se siano necessari ulteriori passi da  compiere a seguito del sequestro dell'oleodotto", dichiara l'assessore all'Ambiente del Comune di Fiumicino, Roberto Cini.


 

“In merito al provvedimento del Tribunale di Civitavecchia”, ha dichiarato Alessandro Polinori, responsabile del Centro Habitat Mediterraneo Lipu Ostia, impegnato, lo scorso novembre, insieme ad un nutrito gruppo dell'associazione ambientalista, nelle operazioni di recupero degli animali selvatici colpiti dalla catastrofe provocata dallo sversamento di cherosene nella zona di Maccarese:  "Il provvedimento del Tribunale di Civitavecchia rappresenta decisamente un segnale positivo, che mira a tutelare e porre al primo posto la salute pubblica e l'integrità dell'ecosistema e dei suo abitanti, rispetto ad altri episodi che, stante la situazione, potrebbero accadere e ad altri che sono certamente avvenuti e che sono stati probabilmente sottovalutati. Anche alla luce di questo importante provvedimento, chiediamo che Eni intervenga immediatamente, mettendo subito in sicurezza l'oleodotto ed evitando così il ripetersi di catastrofi che rappresentano un vero e proprio attentato alla natura ed alla salute dei cittadini. Parallelamente, si continui con l'opera di monitoraggio e con le iniziative atte a ripristinare, anche dal punto di vista naturalistico, quanto compromesso dagli sversamenti di cherosene del mese di novembre".

 

"Buono il provvedimento giudiziario su una infrastruttura delicata e pericolosa che ha scatenato un vero disastro ambientale lo scorso novembre - dichiara Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio -  ora si istallino sistemi di controllo adeguati, preservando la sicurezza del territorio e della natura di Fiumicino".  Lo sversamento dello scorso novembre aveva provocato la morte immediata della fauna ittica nei canali interessati e il disastro non è arrivato al mare solo grazie alle condizioni meteo-climatiche che ne hanno impedito la diffusione.