Ostia - Appuntamento questa mattina, venerdì 13 marzo,  all’ospedale Grassi di Ostia in occasione del convegno "Un anno di attività del Codice rosa: cosa è cambiato?" organizzato dall'Associazione Differenza Donna e dal nosocomio lidense per festeggiare il primo anno dall’istituzione del servizio. “Un importante appuntamento per un importante traguardo e per un percorso da proseguire insieme”, spiegano le volontarie dell’Associazione che continuano a garantire un importante servizio alle donne vittime di abusi e violenza del territorio. “Attualmente lo sportello antiviolenza, che rischiava la chiusura per mancanza di fondi, viene gestito dall’Associazione Differenza Donna”, spiega ad Ostiatv l’assessore al welfare e alla salute del municipio X, Emanuela Droghei:ci stiamo però impegnando con la Regione Lazio affinché il servizio venga inserito tra quelli permanenti”.



Lo sportello Codice rosa fu aperto grazie ai fondi resi disponibili dal ministero delle pari opportunità e quindi affidato a Differenza Donna. Poi il paventato rischio chiusura al quale si opposero in primo luogo le donne del territorio, i comitati, l’assessore Droghei e la presidente della Commissione delle elette del municipio X, Monica Scheneider. Nei primi nove mesi dalla sua apertura, lo sportello ha seguito 160 donne (20 solo nel mese di ottobre). Le donne che arrivano al pronto soccorso vengono inserite in un percorso di ascolto, assistenza e sostegno che consente loro di prendere coscienza delle violenze subite e trovare la forza e il coraggio per uscirne. “Le operatrici e l'assistente sociale ci mettono passione e professionalità, ma purtroppo non è sufficiente: per consentire allo sportello di continuare a funzionare sono necessarie le dovute risorse economiche. E' fondamentale che questo progetto diventi a tutti gli effetti un servizio costante e continuato, per il quale sia previsto lo stanziamento di fondi a bilancio. Lo dobbiamo a Michela, Alessandra, Chiara e a tutte quelle donne che non possono più parlare a causa delle violenze subite”, dichiarò la consigliera Schneider.


I dati diffusi dallo Sportello Codice Rosa del Grassi in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo scorso ottobre, sono drammatici e dimostrano la necessità di trasformare quello che fino ad oggi è stato un progetto a scadenza in un servizio vero e proprio.C’è bisogno di una maggiore sinergia istituzionale: in nove mesi di attività lo sportello ha potuto contare sui finanziamenti della Presidenza del Consiglio. Serve un coinvolgimento diretto di Roma Capitale per arrivare alla costituzione di un vero centro anti-violenza nel territorio del X Municipio, che ha un’utenza molto vasta. Da questo punto di vista, ben venga anche l’aiuto delle consigliere di opposizione perché la sinergia su temi così delicati come le politiche di contrasto alla violenza sulle donne è fondamentale”, sottolinea l’assessore Droghei. All’incontro di oggi erano presenti il direttore generale della Asl Roma D, Vincenzo Panella, il direttore sanitario del Grassi, Paola Masala, il direttore Dipartimento emergenza, Maria Rosaria Forte, il direttore del pronto soccorso, Salvatore Palamara, il primo dirigente del commissariato di Ostia, Antonio Franco, il comandante della stazione dei carabinieri di Ostia, Alberto Stefanizi, l’ideatrice di Codice rosa, Lina Vita Losacco, la referente del Codice rosa Sabrina Frasca.
 

Questi i dati relativi al primo anno di attività di Codice rosa del Grassi febbraio 2014/febbraio 2015

 

187 donne accolte, in maggioranza italiane (135), tra cui 16 rumene, 5 polacche

 60% arrivano dal pronto soccorso 

30% forze dell'ordine 

5% servizi sociali/ mediazione familiare e scuole 

Sono donne di tutte le età. 61 di loro (la maggioranza) tra i 40 e i 50 anni. Bisogna considerare che  le donne impiegano circa 4 anni per liberarsi dalla violenza

 In questo anno si sono avuti:

312 colloqui di sostegno 

58 rivolti a ufficio legale

Sono state fatte 88 querele

33 misure cautelari ottenute (donne ritenute in concreto pericolo di vita)

 Nel 2006 solo 10% denunciavano. Oggi le donne denunciano di più.