Stefano Valente, scrittore “sull’orlo del mondo”: Roma e Portogallo nell’ultimo romanzo
Roma – Stefano Valente, uno scrittore ‘sull’orlo del mondo’. E’ così che l’artista romano, lusitanista e autore del romanzo ‘La Serpe e il Mirto (1978)’, ama definirsi. E lo ha fatto giovedì 29 maggio all’Istituto di cultura portoghese di Roma nel corso della presentazione del suo ultimo lavoro, edito da Parallelo 45, davanti ad un folto pubblico. E’ una storia che intreccia mystery e giallo esoterico sullo sfondo degli anni di piombo, prendendo l’avvio proprio da quel drammatico 16 aprile del 1978, giorno del rapimento di Aldo Moro. Ad introdurre l’evento l’ambasciatore del Portogallo presso la Santa Sede, António de Almeida Ribeiro, mentre la presentazione è stata curata dalla traduttrice e curatrice editoriale Guya Parenzan.
“La Serpe e il Mirto (1978)” narra del tuffo nel mistero – fino al ‘Mistero dei misteri’ – di Aguilar Mendes, studioso di letteratura, che dall’Argentina dei militari e dei desaparecidos è scaraventato negli “oscuri” vicoli di Roma, nel labirinto dei suoi enigmi, millenari e presenti. Ma è anche una spy-story che scava nei segreti del Potere e dei suoi perversi ingranaggi che muovono le vite degli uomini come pedine cieche su una scacchiera di sangue. Lo stesso gioco spietato che trascinerà il protagonista, Aguilar Mendes, dall’Italia a Lisbona, da Oporto al Brasile, dalla Terra del Fuoco ai misteri della Roma sotterranea.
L’ambasciatore de Almeida Ribeiro e il rettore dell’Istituto di Cultura Portoghese, monsignor Agostinho da Costa Borges, hanno ricordato il legame inscindibile di Stefano Valente con il Portogallo e la sua cultura. Il portoghese è la sua “lingua dell’anima” e “La Serpe e il Mirto (1978)” è il suo secondo romanzo che vortica attorno alla «minuscola nazione affacciata sull’orlo del mondo, dal suo «immenso passato che continua a segnare il futuro»; nel 2008 è infatti uscito l’altro thriller esoterico “Lo Specchio di Orfeo” (Barbera editore), pubblicato contemporaneamente anche in Portogallo (“O Espelho de Orfeu” – Ésquilo edições). La presentazione, sotto l’alto patrocinio dell’ambasciata portoghese presso la Santa Sede, è stata ospitata nel fastoso e storico salão nobre dell’Istituto di Cultura, che sorge nello stesso complesso della chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi, al centro di Roma, in via dei Portoghesi. Giornalisti e figure d’eccezione della cultura lusofona tra il pubblico che ha gremito il salone. Tra loro anche Rita Desti, la traduttrice e la “voce italiana” del Premio Nobel José Saramago. Una curiosa coincidenza per un libro imperniato sulle giravolte del destino e del tempo: è proprio di giovedì scorso la notizia dell'avvio di una nuova commissione di inchiesta parlamentare sul caso Moro.
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