Ostia - Dal litorale di Roma arriva la prima puntata della web comedy "Stoned Age", una serie interamente dedicata all'uso medico e ricreativo della Cannabis. Esce oggi, nella giornata in cui si celebra la festa non convenzionale della marijuana. Il numero 420 non è solo una semplice successione di cifre. Chi conosce la controcultura hippy, sa che stiamo parlando del codice che indica la data del 20 Aprile (4:20, four twenty).

La storia vuole che nell’autunno del 1971 alla San Rafael High School in California si sparge la voce che vicino l’istituto ci sono delle piante di cannabis abbandonate. Ogni pomeriggio alle 4:20, gli studenti si riuniscono e tentano di trovare le piante, come in una grande caccia al tesoro. Le ricerche non diedero mai esito positivo, ma da quel momento è nata la definizione "four twenty" per indicare il consumo di cannabis. Un codice ancora utilizzato tra i giovani del nord america.

" 'Stoned Age: a 4:20 Friendship', vuole normalizzare la cultura 'cannabica' attraverso una serie di puntate che mettano in risalto i veri rischi della marijuana (ovvero quelli sociali, dovuti al proibizionismo), ponendo dei simpatici 'fattoni' di fronte ai più bizzarri, eccentrici e pericolosi personaggi del mercato nero - dichiara il regista Andrea Biglione - Volevamo fare altro rispetto i soliti documentari, così abbiamo pensato che la web comedy poteva essere un terreno ancora vergine rispetto questo tema".

La trama della serie racconta la storia di Giorgio, giovane consumatore di cannabis che ha una settimana di casa libera dalla presenza dei genitori. I suoi due migliori amici, senza che lui sospettasse nulla, decidono di passare quella settimana a casa sua, fingendo con i rispettivi genitori un viaggio a Gallipoli. Da questo momento inizia la loro spasmodica ricerca di marijuana che porterà in casa loro i più eccentrici personaggi del mercato illegale degli stupefacenti.

"Il mondo sta cambiando sicuramente in una direzione 420friendly e come Stato, l'Italia (uno degli stati con più consumatori di cannabis), farebbe bene a muoversi il più velocemente possibile in quella direzione - racconta sempre Biglione, che prosegue - per ridare la dignità e la possibilità di curarsi a tutti i malati, dare responsabilità al singolo cittadino permettendogli di coltivare qualche pianta di cannabis senza che sia considerato automaticamente uno spacciatore e regolarizzando il commercio, così da poter tassare la vendita di un prodotto controllato e di qualità, per incrementare i fondi all'edilizia scolastica, come in Colorado".