Teatro del Lido, gli spettacoli del weekend
Ostia - Di seguito gli spettacoli del weekend al Teatro del Lido di Ostia
venerdì 17 aprile ore 11 | teatro
Teatro Cargo
BIANCO E NERO
testo e regia Laura Sicignano con Irene Serini e Emmanuel Ansan Osaro, scene Laura Benzi, costumi Maria Grazia Bisio, musiche originali e video Giacomo Gianetta, Luca Serra, Matteo Spanò, in collaborazione con il Conservatorio di Genova Niccolò Paganini, consulenza scientifica Alberto Diaspro, ingresso 5 euro: Lo spettacolo rappresenta la seconda tappa della trilogia degli stranieri. Abbiamo iniziato nel 2011 a lavorare con un gruppo di ragazzi, appena arrivati da soli da Paesi lontani, nello spazio e nella mentalità: Afghanistan, Nigeria, Pakistan, Senegal. Erano sbarcati in Italia dopo viaggi difficili. Ragazzi diffidenti e molto arrabbiati con la vita, abituati ad essere imbrogliati, abbandonati, feriti. I ragazzi erano ospitati a Genova in 2 comunità d'accoglienza per minori non accompagnati e richiedenti asilo. Questi ragazzi nel teatro hanno avuto un incontro importante e il teatro ha avuto un incontro importante grazie a loro. In scena Emmanuel, nigeriano, 18 anni, sbarcato in Italia dopo un lungo viaggio solitario e Irene Serini, attrice professionista italiana del Nord, bionda, di cultura europea. Una donna occidentale, androgina, ironica, tormentata, piena di dubbi e di possibilità incontra un giovane africano, indiscutibilmente certo della propria virilità e dei propri valori, con poche strade aperte nella vita, se non quelle che si conquisterà con i denti e con la testa. Regole diverse, punti di vista opposti, un altro ordine del mondo e dei valori. Spesso le diversità sono inaccettabili, intollerabili. Per "noi" e per "loro". La differenza fa girare la testa, lascia allibiti, capovolge le nostre certezze. Possiamo cambiare? Dobbiamo cambiare? Cosa è tollerabile e accettabile? Il ruolo della donna e il rapporto tra i generi è diverso. Il rapporto con Dio, il valore della vita, dell'acqua, dell'aria, del denaro e con la continuazione della specie cambia. Possiamo parlarne all'infinito, ma poi? Chi cambierà idea? Esiste un punto di incontro tra il bianco e il nero? La bellezza sta nel dialogo continuo, nell'imperfezione della ricerca. Il mondo non è in bianco e nero, ma prevede un'imperscrutabile scala di sfumature. Questo vale per la natura, il pensiero, l'infinita gamma dell'essere e del sentire. La diversità è all'origine della vita. Cosa è diverso e cosa normale? Che rapporto c'è tra quanto viene definito bello o brutto e la diversità? Esistono le "razze"? Che rapporto c'è tra specie e specie? In scena una donna e un uomo. Una bianca e uno nero. Uno alto e una bassa. Un'adulta e un ragazzo. Uno grosso e una piccola. Uno spettacolo sulle diversità, gli opposti, gli scontri, gli incontri, il dialogo e i monologhi, poche parole, molta azione, musica, video, perché c'è poco da dire, ma molto da fare: cosa succede quando due diversità si trovano dentro il cerchio magico della scena? Il teatro è un piccolo mondo che rispecchia il grande mondo, con le sue contraddizioni: a volte pone domande, a volte suggerisce soluzioni. E' un piccolo mondo chiuso, ma aperto al grande mondo. E' un luogo necessario, se si tratta di questioni necessarie nella nostra vita quotidiana. E qui si tratta delle diversità belle e difficili che la nostra epoca così complessa, globale e locale, ci impone di affrontare. Lo faremo con delicatezza e ironia, ma evitando ogni retorica. Il teatro è anche graffiante, se è buon teatro. Il grande mondo spesso non è buono con chi è "diverso" (diverso da cosa? Normale rispetto a che?). A volte sì.
sabato 18 aprile ore 21 e domenica 19 ore 18 | teatro proposte dal territorio
Rinascimento 2000 / Adramelek Theater presentano
Compagnia Il Cerchio Quadrato in
LE STREGHETTE DI BENEVENTO
di Gennaro Francione, adattamento Francesca e Natale Barreca, regia Stefano Maria Palmitessa, con Alessandro Laureti, Vincenzo Comitale, Filippo Di Lorenzo, Federico Troncarelli, Sabrina Meuti, Nicoletta Martuccio, MariaGraziaCasagrande, Milly Magliozzi, Clara Morlino, aiuto regia Sabrina Meuti, musica Dario Troiani, trucco Accademia di Trucco Professionale, intero 10 euro; ridotto 7 euro: '700 napoletano. A Benevento viene celebrato un processo contro quattro presunte streghe: Janara, Zucculara, Uria e Manalonga. Trattasi, invece, di quattro emarginate, morse dalla fame nera e costrette a ricorrere a furtarelli, truffe, pozioni, prostituzione, elemosine per sopravvivere, al più colpevoli di connubio orgiastico con un cafone idiota superdotato sotto l'inquietante noce di Benevento. La fantasia surriscaldata e grottesca dell'homo leguleius le trasformerà in assatanate in immondo amplesso col demonio. Da qui l'inevitabile condanna che, per vie esilaranti, verrà rispedita ai ridicoli soloni tonacati. Il copione “Le Streghette di Benevento” di Gennaro Francione nell’adattamento di Francesca e Natale Barreca, è stato da me affrontato tenendo presente la “storia” personale che il mio percorso artistico ha prodotto sino a questo momento.
Perché ho ritenuto importante definire fin da principio questo collegamento? Negli anni sono andato, sempre più, convincendomi che lo spazio sia un elemento decisivo nella ricerca registica che mi riguarda. Uno spazio particolare con un boccascena ridotto, gli attori visibili quasi sempre a mezzo busto in una rappresentazione che trova evidenti precedenti nel cosiddetto “Teatro dei burattini”. Un luogo quindi che potesse consentirmi di poter fare ricorso a interventi a sorpresa. L’azione è, quindi, limitata a quello che da dietro un grande pannello può essere “rubato”, sbirciato dal pubblico privato della canonica visuale a tutto campo. Esclusivamente frammenti corporei o brevi azioni compiute dagli attori sul palco, possono essere viste. Una selezione del materiale fantastico ed espressivo/drammaturgico rigorosa affinché qualunque azione avvenga davanti agli occhi dello spettatore possa avere il risalto di un’epifania. Si tratta in altre parole di capovolgere l’abituale visione. La scenografia non rappresenta più l’ambiente sociale in cui prendono vita i personaggi dell’azione drammatica né un fondale decorativo della stessa. Essa deve, con la mimica e una recitazione venata di “sense of grotesque”, interpretare il dramma, sottolinearne i significati segreti. Una ricerca aperta al dubbio e ai problemi dell’espressione; per certi aspetti così antica e così rivoluzionaria nella sua tensione all’essenziale sia della parola sia del gesto.
Domenica 19 aprile appuntamento con il primo TAVOLO PARTECIPATO organizzato dal Teatro del Lido aperto a tutti per decisere insieme quali saranno le linee guida della futura stagione del teatro lidense
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