Ostia Antica - E' partita ufficialmente la Terza Edizione della Stagione Teatrale ospitata nella splendida cornice del Teatro Romano di Ostia Antica. L'intento della Direzione Artistica di Pietro Longhi, che da anni opera con impegno nel panorama teatrale romano (Teatro Manzoni, Teatro Italia, Teatro Roma), in accordo con la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, è quello di consentire al pubblico di apprezzare interamente lo splendore di questo spazio unico al mondo, attraverso la fruizione di opere e di messe in scena consone all'incanto del luogo. Anche quest’anno privo di contributi del Comune di Roma, il programma si articola in una serie di eventi culturali classici e di performances di danza, mantenendo fede  all’esigenza di programmare nelle antiche vestigia del Teatro Romano, a pochi chilometri da Roma, esclusivamente spettacoli classici che abbiano una comprovata valenza artistica e culturale per restituire uno spazio “classico” alla sua naturale vocazione: un punto d'incontro tra popoli, genti e culture.Due attori d’eccezione, Maurizio Donadoni e Cinzia Maccagnano, interpretano “Gli argonauti / Giasone e Medea” (mercoledì 23 luglio), costruzione drammaturgica da Apollo Rodio, Franz Grillparzer ed Euripide, con regia e coreografie di Aurelio Gatti. E’  nell’accettare di mettere in discussione le proprie certezze che si rivela la vera‚ straordinaria spregiudicata intelligenza degli Argonauti e in genere di tutti i “navigatori” che decidono di uscire dalla rotta stabilita dalla convenienza e dalle consuetudini per rischiare di perdersi‚ buttando a mare le proprie convinzioni ormai ben ancorate nel calmo golfo dell'inamovibile buonsenso. In realtà‚ il loro è un viaggio onirico‚ visionario‚ tramite il quale raggiungeranno il fondo della loro anima‚ quel luogo remoto e inviolato dove appare la luce della coscienza‚ della consapevolezza.  Un viaggio di iniziazione per danza‚ teatro e musica.


Eccezionale drammaturgia di Paolo Fallai per tre donne esemplari “Carmen  Medea  Cassandra / il processo” (venerdì 25 luglio), con due splendide interpreti Rossella Brescia e Vanessa Gravina, regia e coreografie di Luciano Cannito. E’ possibile cancellare il grigio di un pregiudizio di genere? Cassandra, Medea e Carmen ci provano, ma finiscono uccise dagli stessi drammaturghi che le hanno raccontate… o create! Vincenzo Zingaro, in veste di regista, propone, ormai come tradizione da molti anni in questo splendido Teatro, un tuffo nell'immaginario giocoso e infantile di Aristofane con l’allestimento di una delle sue migliori opere  “Le nuvole” (sabato 26 luglio). Ospite d’eccezione di quest’anno Giorgio Albertazzi (martedì 29 luglio) con una sua narrazione su Miti ed Eroi “Mito e infinita dolcezza del morire corteggiando la morte come da Garcia Lorca.”


Debora Caprioglio, Antonella Piccolo e Chiara Cavalieri, sono le interpreti della pièce tratta da Aristofane  “Cercasi Dea, disperatamente” (mercoledì 30 Luglio) per la regia di Rosario Coppolino. La Dea in questione è Estia, dea della casa, scomparsa misteriosamente. Possibile sostituirla con una umana?  Grazie anche alle descrizioni Omeriche delle protagoniste, lo spettacolo metterà in luce la complessità della figura femminile sia sulla terra, sia nell’ Olimpo, ma sempre in modo ironico e accattivante oltre che fedele ai testi di riferimento. Chiude Mercoledì 6 agosto questa III Edizione della Stagione del Teatro Romano di Ostia Antica, “ORFEO” di Vittorio Alfieri per la Regia di Ilario Grieco, della Compagnia Stabile del Molise, con Paola Cerimele, Raffaello Lombardi, Diego Florio, Giorgio Careccia. Ci troviamo ad Argo, nella règgia del sepolto re Agamennone. Nel vortice dell’orrenda spirale di sangue che attanaglia e contrappone le antiche famiglie di Atrèo e Tièste, a dieci anni esatti dal suo brutale assassinio, avvenuto per mano della moglie Clitennestra. La più importante novità che Alfieri propone rispetto al modello antico è questa: Oreste torna con la sola brama di uccidere Egisto. Questa novità coincide con la straordinaria modernità del testo alfieriano rappresentata dal fatto che Oreste ucciderà comunque Clitennestra, ma come in un raptus, nell'incoscienza cioè di un agire smisurato che affonda le sue radici nell'animo buio e fondo dell'uomo, una vera e propria patologia o corto circuito della personalità.