Terracina, svolta nella indagini sull’omicidio di Gaetano Marino
Terracina – Omicidio Marino: eseguita una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il tribunale di Roma nei confronti di un uomo ritenuto responsabile di aver favorito gli esecutori materiali dell’omicidio di Gaetano Marino, alias “Moncherino”, 48 anni, avvenuto a Terracina la scorsa estate.
L’indagine, condotta dalle squadre mobili della Capitale e del capoluogo pontino e coordinata dalla direzione distrettuale antimafia, ha consentito di individuare l’uomo che avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell’uccisione di Moncherino.
Quest’ultimo era ritenuto affiliato all’omonimo clan camorristico, coinvolto in uno scontro senza confini all’interno dell’ala dei cosiddetti scissionisti di Secondigliano per la gestione delle piazze della droga nel quartiere di Scampia, chiamato le “case celesti”. Marino era il braccio destro del fratello Gennaro, boss riconosciuto.
La scorsa estate la vittima stava trascorrendo con la famiglia una settimana di vacanza a Terracina quando il 23 agosto, intorno alle 17, in pieno giorno, dunque, fu individuato dai sicari e freddato sul lungomare, nei pressi di uno stabilimento balneare, di fronte a molti bagnanti.
Gaetano Marino doveva il soprannome di “manuzza” o “moncherino” ad uno scoppio che gli aveva strappato entrambe le mani. I killer lo avevano raggiunto nel luogo in cui da due mesi stava trascorrendo le vacanze estive con la famiglia. Mentre era in spiaggia con un amico arrivò una telefonata in cui gli veniva fissato un breve appuntamento poco distante dall’arenile.
All’appuntamento con la morte si recò in costume e infradito. Fu allora che da un’auto, una Fiat Punto grigia, secondo le testimonianze, scese un sicario che sparò una decina di colpi con una pistola automatica calibro 21. Di questi otto raggiunsero la vittima, tra collo e torace. L’ultimo, quello fatale, dietro la testa.
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