Dopo la sua prima apparizione nel felice esordio di Delitti a Cinecittà, il detective Bruno Astolfi, sempre in bilico fra debiti, tentazioni amorose e tensioni mai sopite con la Polizia di regime, torna sul set di Cinecittà - siamo nel 1942 - per vigilare sulle riprese di Harlem, il nuovo film del regista Carmine  Gallone. I guai non tarderanno ad arrivare, e il regista Umberto Lenzi ce lo racconta in Terrore ad Harlem (pagg. 208, euro 12), dove viene per la prima volta documentato l’utilizzo, negli studios cinematografici, di prigionieri di guerra temporaneamente sottratti al loro vicino campo di prigionia. Quando si dice che la finzione si mescola alla realtà.

Lenzi presenterà il suo nuovo giallo domenica 18 ottobre alle 18 al Centro Culturale Affabulazione di Ostia (P.zza M.V. Agrippa, 7/H). Interviene il critico cinematografico Francesco Crispino.

IL LIBRO

Dicembre 1942, XX dell'Era Fascista e terzo inverno di guerra. Mentre la dittatura di Mussolini si avvia ingloriosamente verso la fine, l'investigatore privato Bruno Astolfi, un ex commissario di polizia radiato dal ruolo per le sue simpatie antifasciste, è coinvolto in un'indagine che, ancora una volta, lo porta a ficcare il naso negli studi di Cinecittà. L'occasione è rappresentata dalla lavorazione di Harlem, una pellicola diretta da Carmine Gallone con un cast stellare (Amedeo Nazzari, Osvaldo Valenti, Luisa Ferida, Massimo Girotti), fortemente voluta dal regime per scopi propagandistici. Chiamato a garantire la sicurezza sul set del film, che utilizza come comparse oltre centocinquanta prigionieri di guerra, Astolfi trova ben presto pane per i suoi denti di investigatore. Durante le riprese di Harlem, Tony Mauriello, un pugile italo-americano assoldato dal regista Carmine Gallone come consulente sportivo, viene trovato impiccato nel suo appartamento. Una carta dei Tarocchi, trovata accanto al corpo, collega la morte del boxeur a quella di Giuditta Comodi, una cartomante dalla dubbia reputazione. Ma la serie di omicidi, scandita con macabra puntualità, sembra non interrompersi. Un sergente americano, comparsa nel film di Gallone, e una giovane prostituta cadono a loro volta sotto i colpi del misterioso assassino dei Tarocchi. Prima di smascherare il colpevole, Astolfi avrà modo di conoscere il regista-scrittore Mario Soldati e il giornalista Indro Montanelli, e di assistere alle esilaranti esibizioni di Aldo Fabrizi e dei fratelli De Filippo.

L’AUTORE

Umberto Lenzi è regista di numerosi film di successo internazionale che vanno dal genere poliziesco (Roma a mano armata, La banda del gobbo, Milano odia: la polizia non può sparare, Napoli violenta) ai drammi di guerra (Il grande attacco, Contro quattro bandiere) fino ai thriller (Orgasmo, Paranoia, Sette orchidee macchiate di rosso). Tutte pellicole recentemente rivalutate dalla critica e particolarmente apprezzate da registi come Quentin Tarantino, Joe Dante e Tim Burton. Ha pubblicato Delitti a Cinecittà (Coniglio Editore 2008).