Roma - Nella notte tra sabato 27 e domenica 28 ottobre torna l'ora solare. Lancette indietro di un'ora, come stabilisce una direttiva del Parlamento europeo, così si potranno recuperare i 60 minuti di sonno persi a marzo scorso con l'avvio dell'ora legale.

L'ora solare, che apre alla stagione invernale, resterà in vigore fino al 31 marzo 2019, cinque mesi in cui le lancette dell'orologio segneranno l'ora naturale, un passaggio che ci permetterà nel fine settimana di riposare più a lungo, la domenica sarà più lunga di un'ora, anche se il ritorno al tempo solare, porta con sé la stagione delle basse temperature e delle giornate più corte. Recuperando un'ora di luce in più durante la giornata, porta a notevoli risparmi di energia durante sette mesi.

Secondo le stime preliminari registrate da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, dal 25 marzo 2018, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 554 milioni di kilowattora (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 205 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 290 mila tonnellate.

Considerando che nel periodo di riferimento un kilowattora è costato in media al cliente domestico tipo circa 20 centesimi di euro al lordo delle imposte, il risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2018 è pari a circa 111 milioni di euro. Nei mesi di aprile e ottobre si è registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica. Ciò è dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attività lavorative sono ancora in pieno svolgimento.

Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiché le giornate sono già più lunghe rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.

Dal 2004 al 2018, secondo i dati elaborati da Terna, il minor consumo di elettricità per il Paese dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 9 miliardi e 100 milioni di kilowattora (quantitativo equivalente alla richiesta di energia elettrica annua di una regione come la Sardegna) e ha comportato in termini economici un risparmio per i cittadini di circa 1 miliardo e 545 milioni di euro. Dalla home page del sito Terna, www.terna.it, è visibile la “curva di carico” che rappresenta l’andamento del consumo di energia elettrica in Italia in tempo reale.

Storia dell’ora legale

Occorre risalire al Settecento per trovare l'origine dell'ora legale. Il primo a teorizzarla fu Benjamin Franklin, che individuò nell'adozione per convenzione di un orario diverso che il sole, e quindi la luce, un modo per ottenere risparmi energetici. L'idea non ebbe però grande seguito anche perché, all'epoca, i risparmi sarebbero stati relativamente bassi. Oltre un secolo dopo (nel 1907), la teoria venne ripresa dal britannico William Willet, e questa volta trovò seguaci: nel 1916 la Camera dei Comuni diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate.

Molti Paesi imitarono la Gran Bretagna, soprattutto in tempo di guerra, quando il risparmio energetico era una vera priorità. Anche in Italia l'ora legale scattò per la prima volta nel 1916, dal 3 giugno al 30 settembre. Negli anni successivi, e fino al 1920, l'inizio fu anticipato a marzo. Sospesa nel 1920, tornò in auge nel 1940 e negli anni del periodo bellico, e vi rimase fino al 1948, anno in cui venne nuovamente abolita.

L'adozione definitiva risale al 1966, in concomitanza con la crisi energetica. Per i primi tredici anni venne stabilito che l'ora legale dovesse rimanere in vigore da fine maggio a fine settembre. Dal 1981 al 1995, invece, si stabilì di estenderla dall'ultima domenica di marzo all'ultima di settembre. Il regime attuale è entrato in vigore nel 1996 quando fu prolungata fino all'ultima settimana di ottobre. Sono ormai quasi tutti i paesi industrializzati che, proprio in ragione dei possibili risparmi, hanno adottato l'ora legale, secondo un criterio di fissazione delle date di inizio e fine il più possibile coincidenti, soprattutto per non complicare la rete di interconnessioni e gli orari dei collegamenti aerei.