Roma – C’è anche T.P., l’ex moglie del calciatore della Roma Daniele De Rossi, tra le 8 persone arrestate questa notte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione distrettuale antimafia nei loro confronti in quanto ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di usura, estorsione, rapina e lesioni gravissime ai danni di un imprenditore romano di 36 anni, titolare di una società operante nel settore della progettazione, realizzazione e gestione di impianti fotovoltaici. L’indagine è scaturita dalla denuncia contro ignoti per sequestro di persona a scopo di estorsione presentata dall’imprenditore il 20 luglio dello scorso anno al Nucleo investigativo di via in Selci.


L’uomo era stato appena dimesso dall’ospedale dove era stato ricoverato per lesioni varie. Ai militari il 36enne denunciò che la sera del 17 luglio 2013, mentre si trovava in un bar di viale Città d’Europa, all’Eur, dove aveva un appuntamento con un amico, era stato prelevato da persone a lui sconosciute, che lo avevano caricato a bordo di un’auto e condotto in un appartamento poco distante. Qui, secondo il racconto dell’imprenditore, lo avrebbero trattenuto per ore, malmenandolo e seviziandolo con un coltello, procurandogli ferite da taglio sul cuoio capelluto per indurlo a consegnare loro 200mila euro. Dopo alcune ore, i sequestratori lo avrebbero rapinato dell’orologio Rolex e di 900 euro in contanti, e poi lo avrebbero liberato, abbandonandolo in strada, al Trullo. L’uomo, dopo essere stato soccorso e ricoverato in ospedale, riportò una prognosi di 30 giorni per le fratture e ferite subite.

Le successive indagini dei carabinieri hanno consentito di identificare gli autori dell’”efferata azione criminosa”, come l’hanno definita gli inquirenti, e di ricostruire, nonostante la reticenza della vittima che ha più volte negato di conoscere i suoi aggressori, le circostanze che avrebbero portato alla violenza. In particolare, i militari hanno ricostruito che il sequestro e la spedizione punitiva era stata organizzata per attuare un recupero crediti per conto terzi, inducendo in tal modo, con violenza e minacce, l’uomo a restituire dei soldi pretesi. I mandanti dell’azione criminosa sono stati identificati in due fratelli A.G. [cl. ’84] e S.G. [cl. ’77], entrambi con precedenti penali, i quali avevano precedentemente prestato 100mila euro alla vittima, applicandogli interessi che avevano fatto lievitare esponenzialmente il debito. Prima del sequestro, sottoposto più volte a minacce e botte da parte di F.P. [cl. ‘76], M.S. [cl.’81] e S.D.M. [cl. ’81], l’uomo aveva già pagato, in 6 mesi, 343mila euro in restituzione del prestito e della quota interessi, ma ciò non era ritenuto sufficiente dai due usurai che pretendevano il pagamento di altri 86mila euro.


Un’altra mandante del pestaggio è stata identificata nella 31enne romana T.P., ex moglie del calciatore romanista, che in passato aveva acquistato dalla vittima una licenza per la produzione di energia elettrica attraverso impianti fotovoltaici, pagandola 80mila euro che ora pretendeva di ottenere indietro con gli interessi [150mila euro], venendo meno il suo progetto nel settore energetico. Teatro del sequestro proprio l’abitazione della donna, situata in un lussuoso condominio del Torrino, dove la vittima era stata condotta e seviziata dai suoi sequestratori, quattro pregiudicati, F.C. [cl. ’68], F. M. [cl.’80] e i due fratelli S. D.M. [cl. ’81] e M. S. [cl.’81], assoldati e usati come “picchiatori” dai tre mandanti. Con la misura cautelare eseguita nel corso della notte, il gip ha riconosciuto l’esistenza di “gravi indizi di colpevolezza a carico delle 8 persone coinvolte nella vicenda, tutti italiani, non riconoscendo la sussistenza del reato di sequestro di persona, ma contestando i reati di estorsione aggravata, lesioni personali, rapina e usura e disponendo il carcere per 6 persone e gli arresti domiciliari per due [T.P. e F.M.]”. Gli arrestati sono stati condotti al carcere di Regina Coeli.