Turismo, ricettività negli stabilimenti balneari: approvata legge nel Lazio
Il provvedimento, contenuto all'articolo 9 della j leggeaprirebbe dunque alla possibilità di riconvertire le cubature esistenti per trasformarle in strutture ricettive leggere sulla spiaggia. La misura è frutto anche di un importante accordo con Federbalneari Lazio, «unica sigla che ha proposto - spiega un comunicato diramato dall'associazione - il testo dell'articolo 9 della legge regionale ai tavoli di lavoro in commissione consigliare regionale all'urbanistica e condivisa al tavolo politico regionale sulla rigenerazione urbana».
«La legge ha una portata epocale per gli stabilimenti balneari del Lazio - afferma Marco Maurelli, direttore di Federbalneari - dal momento che apre una grande opportunità di investimenti per i concessionari demaniali marittimi che potranno avviare la ricettività turistica leggera in spiaggia, dando finalmente avvio alla trasformazione del prodotto turistico balneare della regione, nel pieno rispetto per l’ambiente e il paesaggio costiero». Ora, per attuare appieno la legge, la Regione dovrà completarla con la parte paesaggistica. Ma Federbalneari è già entusiasta di questo primo passo: «Esprimiamo grande soddisfazione a nome dell’intera categoria dei balneari del Lazio per l’approvazione in consiglio regionale della norma sulla “rigenerazione urbana”», commenta il presidente nazionale dell'associazione Renato Papagni. «Un'operazione in tema di rispetto dell’ambiente in cui la nostra associazione di categoria, la più rappresentativa del comparto turistico balneare regionale, ha creduto sin da subito. Quello che abbiamo promosso e sostenuto in Regione è un lavoro molto complesso e articolato, che ha ottenuto una particolare attenzione da parte dell’assessore regionale all’urbanistica Michele Civita, il quale ci ha creduto sin da subito, dando vita al tavolo tecnico sulla norma regionale in questione fino alla sua approvazione in consiglio regionale».
Così la nota di Federbalneari illustra i contenuti dell'articolo 9: «La norma regionale appena licenziata dal consiglio regionale consentirà in futuro di pianificare l’attività di demolizione e ricostruzione delle volumetrie fatiscenti e non più funzionali a un “turismo smart” che sta cambiando quotidianamente. Si dovrà cioè puntare, a parità di volume già esistente sulle aree demaniali in concessione, alla trasformazione con materiale eco-compatibile quale il legno, una maggiormente e più funzionale destinazione d’uso delle volumetrie, presenti sulle spiagge del Lazio, generando dunque un’offerta turistica integrata certamente più completa e più funzionale alla “nuova domanda di turismo balneare”».
Prosegue Federbalneari: «Si può immaginare sin da subito un turismo che si trasforma di pari passo e in assoluta compatibilità con il regolamento regionale per le aree demaniali, che di fatto già definisce il concetto di “ricettività turistica leggera in spiaggia”, semplicemente riconvertendo tutte quelle cubature, non più utilizzate a fini turistici e abbandonate, per giungere finalmente alla piena trasformazione e valorizzazione di un “nuovo prodotto turistico e balneare del Lazio”.
Si potranno dunque trasformare i waterfront e demolire il lungomuro. In sintesi, si tratta di un vero e proprio cambiamento epocale del turismo costiero, il quale non appena vedrà approvate le modifiche del piano paesaggistico regionale potrà di certo rimodulare i contenuti dell’offerta turistica e dare attuazione alle previsioni della “legge in materia di rigenerazione urbana”». Conclude Renato Papagni: «Abbiamo aggiunto un altro tassello per quel progetto di ottenimento delle concessioni pluriennali da 20 a 30 anni. Un esempio per tutte le altre Regioni che potranno prendere atto di una buona programmazione urbanistica, paesaggistica e ambientale. Ogni tanto anche il Lazio si fa “smart”».
Fonte: Mondo Balneare