Ultimi dati ISFOL sulla formazione continua
La formazione continua si rivolge a persone inserite nel mondo del lavoro ed è finalizzata ad impedire l'obsolescenza delle competenze professionali, favorire la riqualificazione e incentivare l'occupabilità, ovvero la capacità dei soggetti di rimanere attivi nel mercato del lavoro.
L'ISFOL (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) ha pubblicato da poco il XIII Rapporto sulla Formazione Continua, uno studio volto ad analizzare i dati sulla formazione continua riferiti al biennio 2011-2012.
Nonostante l'Europa abbia fissato al 12% l'obiettivo da raggiungere nel campo della formazione continua, in Italia i lavoratori che hanno frequentato corsi di formazione continua sono stati nel 2011 solo il 5,7% (erano il 6,2% nel 2010).
Questi dati vanno letti anche filtrando per genere e per ripartizione geografica.
Secondo quanto ha riportato l'ISFOL, le donne hanno partecipato più degli uomini alle iniziative di formazione continua: 6% contro il 5,3% degli uomini. Questo dato non trova riscontro nella partecipazione al mercato del lavoro, in cui le donne, nonostante il livello di formazione e di istruzione superi quello degli uomini, si trovano ancora in una posizione di svantaggio . Il dato, peraltro, può essere interpretato anche in maniera causale: proprio perché penalizzate nel mercato del lavoro, le donne sono "costrette" a raggiungere livelli di istruzione e qualifica professionale più alti di quelli degli uomini. Da questo punto di vista, l'Italia è pienamente allineata ai paesi dell'Est Europa e dell'Area Mediterranea, discostandosi invece dai paesi del Nord Europa, dove il livello elevato di istruzione femminile si rispecchia nella presenza delle donne nei ruoli chiave del potere.
Un'altra considerazione interessante riguarda la ripartizione geografica: l'ISFOL fa notare come la quota più consistente dei corsi si sia svolta al Centro e nel Nord-Est (6,3% e 6%), seguiti dal Nord-Ovest (5,6%), dal Sud (5,1%) e dalle Isole (5%).
Fonte: ISFOL