Un anno fa l’alluvione: distruzione e disperazione. Ad oggi, cosa è stato fatto?
Ostia – E’ ormai trascorso un anno dalla terribile alluvione che nella notte tra il 30 e il 31 gennaio dello scorso anno si abbattè sulla Capitale e sul litorale romano provocando allagamenti e distruzione. Un fiume di acqua e di fango invase le strade, le case, i garage e i negozi nei quartieri del municipio X devastando ogni cosa, spazzando via in un momento non soltanto i mobili e i beni della gene ma la loro stessa sicurezza e tranquillità, i loro sogni. Tutto inghiottito dal fango insinuatosi nelle stanze da letto, nelle cucine, nei salotti, nelle camerette dei bambini. Una notte allucinante, da incubo, quella del 30 gennaio cui seguì una gelida mattina in cui i cittadini di Ostia antica, Bagnoletto, Saline, Infernetto, Casalbernocchi si ritrovarono smarriti, disperati, a fare i conti con la furia devastatrice dell’acqua. Le abitazioni furono evacuate e gli alluvionati accolti da amici, parenti mentre l’amministrazione predisponeva letti d’emergenza in alcune scuole del municipio X. Anche a Ostia situazione drammatica: case, negozi e scuole allagati, senza contare le strade e i garage, con le auto sommerse e i cittadini sorpresi in muta da sub per recuperarle e portarle all’asciutto.
Le operazioni di soccorso iniziarono subito, rese però difficoltose dalla pioggia che cadde senza tregua per tre giorni di seguito. Impegnati negli interventi la protezione civile, i vigili del fuoco, le associazioni di volontariato della protezione civile e gli stessi cittadini e comitati di quartiere, in costante contatto con la sala operativa di Porta Metronia. Un bilancio davvero drammatico quello che purtroppo balzò rapidamente agli occhi di tutti: in moltissimi casi i sacrifici di un’intera vita furono rubati in quell’alluvione il cui ricordo, va detto, è purtroppo vivissimo in quanti lo hanno vissuto. La domanda che ci si pose, e che è tutt’ora attuale, è: avrebbe potuto essere evitata tutta quella devastazione? Molti dei quartieri colpiti si trovano in aree considerate a rischio idrogeologico, per le quali i cittadini chiedono da tempo la messa in sicurezza attraverso la ricalibratura e la manutenzione dei canali di bonifica e la piena efficienza delle pompe idrovore in caso di innalzamento dei livelli dell’acqua, oltre a interventi ‘strutturali’. Interventi strutturali più volte annunciati dalle amministrazioni ma mai realizzati. Al momento della pioggia torrenziale che cadde in quei territori c’erano le condizioni atte a garantirne la sicurezza? Vi sono state responsabilità?
In quei giorni frenetici, drammatici, il presidente del municipio X, Andrea Tassone, con gli assessori e i consiglieri, incontrò i cittadini e si impegnò a reperire fondi per la messa in sicurezza del territorio anche perché, purtroppo, tre anni prima, all’Infernetto, in occasione di un nubifragio o ‘bomba d’acqua’, come adesso vengono chiamate, aveva perso la vita un cittadino cingalese, Sarang Perera, rimasto intrappolato nello scantinato in cui viveva con la moglie ed il figlioletto: il 33enne non ebbe scampo, morì affogato. Nei giorni dell’emergenza gli amministratori, e lo stesso sindaco Ignazio Marino, a bordo dei canotti o di mezzi anfibi effettuarono sopralluoghi e si parlò di sicurezza idraulica e rischio idrogeologico. Di incontri e di impegni, di stanziamenti e di finanziamenti da parte del governo e dell’Unione europea. Ma ad oggi, ad un anno esatto dall’alluvione, che cosa è stato fatto? Quali interventi sono stati realizzati? A chiederlo sono i cittadini, preoccupati, spaventati dal possibile ripetersi di analoghi eventi. Al momento non è ancora stato fatto nulla. I residenti, superata l’emergenza, negli utlimi mesi hanno iniziato a fare pressioni con l’amministrazione municipale e regionale perché gli impegni presi fossero mantenuti. Dove erano i milioni promessi per la messa in sicurezza idrogeologica? Il presidente Tassone parlò di 2 milioni di euro in arrivo dalla Regione, l’ex capogruppo capitolino Pd Francesco D’Ausilio di 5 milioni... Dove erano quei fondi? Quanto ancora si sarebbe dovuto aspettare? Organizzarono sit-in, andarono in pullman alla Pisana fino alla decisione, estrema, di occupare lo scorso ottobre, per dieci giorni, l’aula Massimo Di Somma.
Infine, il 28 ottobre del 2014, la convocazione dell’atteso consiglio straordinario, disertato però dal sindaco e dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Seguirono flash mob e la decisione di un centinaio di cittadini di presentare un esposto alla procura della Repubblica, oltre a riunirsi nel Coordinamento sicurezza idraulica X Municipio.
“Triste dover ammettere che non è stato fatto nulla”, ha dichiarato a Ostiatv Alessandro Ieva, presidente del comitato di quartiere Bagnoletto e rappresentante del Coordinamento sicurezza idraulica X Municipio, mercoledì 28 gennaio a margine della commissione lavori pubblici municipale: “documentazioni, carte… Gli amministratori, tutti, non hanno fatto nulla tanto che è vero che sì, provocatoriamente li abbiamo invitati a dimettersi se non sono in grado di governare. Genova, dopo l’alluvione, ha ottenuto cospicui fondi. La Regione Lazio, invece, per mancanza di progettualità, è rimasta fuori da quelli messi a disposizione dall’Unione europea. I cittadini, adesso, soffrono di ombrofobia: appena vedono qualche nuvola scatta la paura. E anche i bambini”.
Veronica Piro, presidente del comitato di quartiere Ostia antica-Saline, non nasconde la sua preoccupazione. “Rappresento i cittadini: a loro devo riferire. Ma cosa? Non abbiamo visto, purtroppo, nulla!”. L’assessore ai lavori pubblici del municipio X, Antonio Caliendo, intervistato mercoledì 28 gennaio, informa di una ‘novità’ relativa all’arrivo di fondi, mentre l’ingegner Franco Cecchetti, che si occupa di opere a scomputo, a Ostiatv ha spiegato che l’intervento in corso a via Bedizzole riguarda specificatamente la sicurezza idraulica del territorio. I cittadini, delusi ed esasperati, ricordano ancora oggi le parole del presidente Tassone che a quarantotto ore dall’alluvione dichiarò in una nota: “Il sindaco ed io abbiamo visitato alcune delle zone colpite dal nubifragio: il territorio del X Municipio ha bisogno di investimenti forti e strutturali che vanno nella direzione della messa in sicurezza dal rischio e dal dramma idrogeologico”. “Ma quando?”, si chiedono da mesi i residenti: “il rischio che possa ripetersi un nuovo dramma è purtroppo concreto”.
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