Ostia – In una calda giornata, era il 27 luglio di un anno fa, quando Fabio Capogrossi, l’ideatore e fondatore della Spiaggetta, se ne andava all’età di 48 anni, stroncato da una malattia fulminante. Fabio, lidense doc, con il suo spazio in riva al mare aperto ai musicisti, ai giovani e ai turisti che arrivavano a Ostia per trascorrere una serata ballando e bevendo un drink in compagnia, rivoluzionò la vita notturna delle estati lidensi, aprendo ad un nuovo modo di vivere la notte e il litorale romano.

Con lui nacque, vent’anni fa, la movida a Ostia. E il litorale si accese di luci e di suoni. La Spiaggetta divenne in breve il punto d’incontro per gli amanti del divertimento, anche se di giorno, grazie a Fabio, l’impianto fu tra i primi ad aprire agli atleti diversamente abili, cominciando a fare dell’accoglienza e del riconoscimento dei diritti di tutti un riferimento per tutti. Un paio di settimane prima della sua morte furono messi i sigilli al locale ‘colpevole’ di aver ospitato più persone di quante ne fossero consentite. Sui social la notizia si diffuse rapidamente. Salirono le proteste di molti giovani e giovanissimi ‘orfani’ di quel meeting point dove ballare, scambiare due chiacchiere, assistere ad un concerto all’aperto. Il 17 luglio riaprì, con grandissimo sollievo dei suoi aficionados. Due decenni fa, ormai, l’allora giovane imprenditore lidense si confermò come un innovatore a Ostia tanto che la sua prematura scomparsa ha lasciato un vuoto non soltanto tra i suoi familiari, l’amata compagna, ma in quanti lo conobbero.

Adesso, a distanza di un anno, gli amici hanno voluto ricordarlo in una lettera che di seguito pubblichiamo:

“In Memoria di Fabio

“Chi non ricorda non vive” (Giorgio Pasquali, Filologia e Storia)

Roma, 27 Luglio 2016 - Un anno è già passato da quando Fabio ha lasciato questa terra e con essa la sua compagna Silvia, la famiglia, gli amici e, soprattutto, la “SUA SPIAGGETTA”. Già, la Spiaggetta, simbolo per anni del riscatto di un giovane del territorio che ha accettato la sfida diventando affidatario di un fazzoletto di arenile fino ad allora sede ufficiale di “sorci” come si dice a Roma e di “sbandati”, e trasformarla in un luogo turistico di élite. Meta estiva di giorno e di notte dei giovani, questa realtà è diventata un luogo simbolo della movida romana “…dove se vedemo ?


“Vedemose alla Spiaggetta” bastava questo senza la necessità di ulteriori spiegazioni, sia se venivi dal Tufello sia se eri un abitante di Vigna Clara, per fissare un luogo certo per gli appuntamenti. Ma tutto questo non è stato creato dal caso, da una serie di combinazioni o per la volontà del destino, Il sogno diventato realtà è stato possibile solo grazie alle capacità ed all’impegno duro e costante di Fabio che giorno dopo giorno, miglioria dopo miglioria nel corso degli anni ha reso funzionante e funzionale una struttura in grado di competere con i migliori locali della riviera romagnola.

Una delle virtù di Fabio è stata certamente la generosità, alle volte esagerata altre volte mal riposta, e quindi il riscontro economico dall’attività ha rappresentato per tanto tempo una garanzia economica anche per molti ragazzi, soprattutto di quelli appartenenti alle aree più svantaggiate, ivi impiegati. I lavoratori della Spiaggetta non vedevano in Fabio un datore di lavoro, ma un vero e proprio punto di riferimento della propria vita, una figura a cui far riferimento per ogni problema quotidiano anche personale e non inerente a questioni di lavoro.

Indubbiamente questa sua generosità, unita ad una buona dose di guasconeria, dispensata Urbi et Orbi ha finito per essere a volte controproducente per la sua immagine, delineando la stessa all’interno di un ritratto della realtà assolutamente non veritiero, finendo per diventare uno strumento di offesa nelle mani di candidati famelici a nuovi gestori del bene. Nell’ultimo decennio, chiunque fosse al potere, i tentativi di estromettere Fabio dalla sua Spiaggetta sono stati tanti e variegati tanto da corrodere giorno dopo giorno il suo animo ed il suo corpo finendo per spegnere quel sorriso solare, aperto e rassicurante.

Anche nel giorno del suo funerale qualcuno non ha avuto rispetto della sua morte (cosa che neanche nelle civiltà più barbare avviene) chiamandolo “delinquente” senza in realtà conoscerlo minimamente. Speriamo che non sia lontano il giorno in cui questa persona sarà in grado di rendersi conto della sua “aridità d’animo”. Una cosa però è certa: ancora oggi lo spirito di Fabio continua a vivere nei cuori della gente di Ostia e la Spiaggetta come una cattedrale nel deserto è sempre lì a ricordare a tutti la grande opera realizzata da questo ragazzo e siamo certi che anche tra 100 anni i lidensi che guarderanno quella spiaggia diranno o penseranno con ammirazione “questa è la Spiaggetta di Fabio Capogrossi un ragazzo di Ostia il cui ricordo fa parte ormai della storia di questa città.

Ciao Fabio

I tuoi amici”