Se è vero che il mondo del gambling online è, negli altri paesi europei, ancora nel caos, in Italia il settore è stato ormai regolamentato e presenta quindi enormi possibilità di sviluppo. Nuovi operatori, soprattutto stranieri, si affacciano sul mercato in cerca di investimenti, mentre gli appassionati di gambling online crescono di giorno in giorno. Sono oltre un milione e mezzo i giocatori e quasi 70 i siti autorizzati dai Monopoli di Stato: un settore insomma in piena crescita grazie alle recenti aperture arrivate dalla liberalizzazione. L'Italia, quindi insieme a Inghilterra e Francia, è diventata oramai un modello da seguire per quanto riguarda la lotta al riciclaggio di denaro e a tutte le attività illegali che potrebbero scaturire dal mercato dei giochi online. Così mentre fino a qualche anno fa il poker e il casinò erano appannaggio dei ricchi oggi, grazie alle possibilità offerte dal web, il profilo dell'appassionato di giochi d'azzardo diventa sempre più eterogeneo. Secondo una recente analisi dell'Eurisko - il cui scopo era indagare sulla propensione alla spesa in tempi di crisi – ben il 5% dei maggiorenni italiani ha speso del denaro per giocare sul Web. Per quanto riguarda le principali tipologie di gioco, il poker cash online si piazza, con il 16%, al terzo posto, dopo i casinò online (ovvero bingo, slot, roulette francese e blackjack) ed il mondo delle scommesse sportive in generale. Il giocatore medio di poker online è, come ci si poteva immaginare, nel 90% dei casi di sesso maschile. L'età media va dai venti ai quarantanni; quest'ultimo dato trova conferma nel fatto che la fascia di popolazione che possiede un pc ed ha accesso alla rete è prevalentemente composta dai giovani. Un dato molto interessante, che può sorprendere soprattuto chi non conosce a fondo il mondo del gambling, è che il 20% dei giocatori ha un titolo universitario, a dimostrazione del fatto che la prontezza mentale e le abilità matematiche sono decisive in questo campo. Infine per quanto riguarda la distribuzione geografica, Lombardia, Campania e Lazio raccolgono da sole quasi la metà degli introiti complessivi del settore.