Roma - Soldi in cambio di esami, crediti formativi o false attestazioni di presenza ai tirocini. "...l'esame è impegnativo ma conosco un modo per superarlo senza problemi...", era questa la ‘voce’ che girava fra gli studenti di una facoltà dell'Università La Sapienza di Roma. Le domande, concordate, e il pagamento, rigorosamente in denaro contante ed in anticipo, in modo da non lasciare tracce. E il voto, mai superiore a 28 per non destare sospetti. Questo è emerso dalle indagini condotte dalle Fiamme gialle di Roma nei confronti di A.P., ex professore a contratto della facoltà de La Sapienza, al quale sono stati contestati 34 capi di imputazione formulati dalla Procura della Repubblica di Roma per i reati di concussione, abuso d'ufficio, peculato, falso materiale ed ideologico in atti pubblici.


L'indagine è scaturita a seguito di un servizio televisivo de "Le iene", andato in onda a novembre del 2011, che aveva documentato l'illecito comportamento del professore, prima e durante le sedute di esame, nei confronti dei suoi studenti. Con la complicità di una studentessa, che si era prestata nel mettere in scena una richiesta di aiuto, gli inviati della trasmissione ripresero con telecamere nascoste il docente mentre nel suo studio privato dava indicazioni alla studentessa su come superare agevolmente alcuni esami. Ma, ovviamente, non si fa nulla per nulla: ciascun esame fruttava alla fine circa 2.000 euro ma, si sa, siamo in tempi di crisi, e per il superamento di più prove erano previste anche tariffe "agevolate"; insomma, un vero e proprio "mercimonio del sapere".



Durante le indagini, condotte dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, è stato acquisito il filmato originale registrato e sono stati perquisiti i luoghi nella disponibilità del professore, oltre all'acquisizione delle testimonianze di decine di studenti che hanno confermato il suo comportamento disonesto, documentato dalle riprese televisive. In alcuni casi, nel prezzo, era compreso l'acquisto della tesina che sarebbe stata poi consegnata nel corso dell'interrogazione. Tale sistema illecito, in realtà, non è risultato l'unico modo di "arrotondare" del professore. Gestiva infatti anche un sistema di lezioni private, effettuate in prima persona o dai suoi assistenti, al prezzo variabile da 20 a 50 euro all'ora, nello studio privato ossia nelle aule dell'università, circostanza che è valsa all'indagato l'accusa di peculato. Almeno 10 erano le ore necessarie per assicurarsi un 18. La metà della somma guadagnata dagli assistenti veniva poi girata al professore. Un altro modo che il professore aveva escogitato per guadagni extra era quello di organizzare e consigliare ai suoi studenti viaggi di istruzione, pubblicizzandoli tranquillamente in classe o inviando centinaia di mail ai frequentatori dei suoi corsi. In cambio venivano riconosciuti crediti formativi universitari. Numerosi i viaggi così organizzati dall’uomo, che era anche il rappresentante della società che organizzava il tutto, a Valencia, Bilbao e Berlino, cui hanno partecipato più di 50 studenti.