Manifesti sparsi in ogni angolo di Cuba annunciano la visita pastorale di Papa Francesco, da l'Avana a Santiago. Non è l'argentino più amato dell'isola caraibica (Ernesto "Che" Guevara è difficile da spodestare) ma nonostante questo sono in molti a riconoscere il suo ruolo politico nel consentire il disgelo dei rapporti tra Cuba e gli Stati Uniti.

L'apertura delle ambasciate nelle rispettive capitali suscita speranza in tutto il mondo ma i cubani restano cauti e non dimenticano di essere vittime di un feroce embargo sin dal 1962, nonostante l'Assemblea Generale dell'Onu abbia redatto negli ultimi 23 anni ben 23 risoluzioni dove si chiede lo stop del blocco su Cuba (l'ultima risoluzione con 188 voti a favore, tre astenuti e due soli contrari, Stati Uniti e Israele). In molti pensano che la tenuta del nuovo corso dipenda molto dal risultato dell'elezioni Usa del 2016. Un eventuale presidente del Partito Repubblicano potrebbe invertire la rotta diplomatica.

Cuba stava già cambiando

Il cambiamento di Cuba inizia con l'arrivo di Raul Castro al potere nel 2008: viene concesso l'accesso ai cubani negli hotel turistici, l'acquisto di telefoni cellulari e altri beni di consumo di elettronica. In controtendenza con le politiche socialiste, nel 2011 sono stati licenziati circa mezzo milioni di lavoratori statali e parallelamente sono state concesse licenze nel settore privato per 181 tipi di professioni: dai guidatori di taxi, ai parrucchieri, fino alla gestione delle "case particular". Successivamente viene legalizzata la vendita di automobili e la compravendita delle case. Dal 2012 inoltre i cubani possono prendere l'aereo e uscire liberamente dal paese. Nel 2013 sono 400.000 le persone che lavorano nel settore privato e oggi si inizia a vedere nel paese la presenza del ceto medio.

Il sistema della doppia moneta (Pesos per i locali e il CUC per gli stranieri) che una volta teneva distanti i turisti dai cubani, oggi circola liberamente nelle mani dei cubani generando le prime differenze sociali. Uno dei grandi problemi è che molti beni vengono venduti in CUC generando difficoltà economiche per le famiglie cubane. Gli stipendi statali in Pesos infatti restano bassi e in molti si mantengono solo grazie al doppio lavoro. L'intento ufficiale delle riforme messe in campo è quello di "difendere, mantenere e continuare a perfezionare il socialismo", prendendo quel che serve dal capitalismo. Raul Castro ha annunciato che il suo governo non andrà oltre il 2018, una data che potrebbe significare ulteriori cambiamenti per Cuba.

La sanità e l'istruzione rimangono il fiore all'occhiello del paese con risultati non certo da paese del terzo mondo. Sono i dati sulla popolazione a confermare la tendenza positiva: aspettative di vita 77,8 anni; mortalità infantile 4,83 su 1000; rapporto 1 medico per 156 pazienti; tasso di alfabetizzazione al 99,8%. In uno studio chiamato "The Living Planet" sull'ambiente del 2006 il WWF ha definito Cuba come l'unico paese che può vantare uno sviluppo sostenibile. I due criteri utilizzati per lo studio sono gli indici di benessere e l'impronta ecologista. Il buon rapporto dell'isola con la natura è stata una questione di necessità: il collasso dell'Unione Sovietica ha fatto crollare le importazioni e le esportazioni di Cuba provocando una gravissima crisi e il bisogno di trovare delle fonti alternative al petrolio. Come viene raccontato nel documentario "Vivere senza petrolio", Cuba ha dovuto trovare una via alternativa agli inizi degli anni 90 in quello che viene ricordato come Periodo Especial. Da allora i cubani hanno continuato nella direzione ambientalista nonostante la fine della fase più dura della crisi.

Papa Francesco dal 19 al 22 Settembre è a Cuba, per poi volare negli Stati Uniti dove per la prima volta un Papa parlerà al Congresso americano. Questa strana isola caraibica sta cambiando velocemente ma è ancora presto per dire quali saranno le conseguenze di questa evoluzione. Cuba cambia e il mondo resta a guardare, nella speranza che il suo fascino non venga distrutto da fast food e grandi marche.