Urla e cori contro Bachelet, ma l'incontro si chiude bene. Soddisfatti gli studenti (VIDEO)
Un incontro per discutere insieme delle future prospettive del sistema scuola. Dopo aver accettato l'invito dell'istituto Paolo Baffi di Fiumicino, Giovanni Bachelet, deputato membro della commissione Cultura in Parlamento, ha incontrato venerdì scorso all'Anco Marzio, su invito del "gruppo dei docenti in protesta", i professori e gli studenti dei licei ostiensi, per avviare un tavolo di confronto sui temi che hanno infuocato l'autunno dei licei italiani: l'aumento delle ore di lezione per i professori (da 18 a 24) previsto dalla legge di stabilità e soprattutto la 953, l'ex ddl Aprea che apre ai privati le porte della scuola pubblica e introduce il principio dell'autonomia statutaria.
Provvedimenti che hanno fatto scattare la reazione di tutte le scuole italiane, a cominciare dai licei di Ostia, i primi a dare avvio alla protesta. Dopo i cortei, le manifestazioni e le occupazioni simboliche, è arrivato il momento della riflessione e del confronto con le istituzioni, per cercare di trovare insieme una strada percorribile per il futuro della scuola italiana.
Una scelta che però non è stata condivisa da tutti. E se dentro l'Anco Marzio si discute, fuori si protesta. Mentre studenti e professori sono in dibattito con Bachelet, all'esterno delle mura scolastiche un manipolo di studenti, per la maggior parte universitari, armati di megafono e striscione, protesta contro la sua presenza. Per poi fare irruzione all'interno della scuola, interrompendo di fatto l'incontro.
"Non accogliamo nella nostra scuola un deputato di quello stesso Parlamento che ha già approvato questa legge" ha spiegato uno studente dell'Anco Marzio. "Con queste persone non sono possibili compromessi".
Urla, slogan, cori e qualche parola grossa. "Non ci rappresenta nessuno" intonano i ragazzi. I professori tentano di far ragionare gli "occupanti", Bachelet raggiunge il gruppetto nel tentativo di instaurare il dialogo. Ma senza successo. Dopo dieci minuti i ragazzi vanno via, lasciandosi dietro una scia di delusione e rabbia.
"Hanno fatto quello che sentivano giusto, e in fondo non ci hanno nemmeno privato del nostro diritto al confronto e al dialogo" ha commentato Bachelet. "Ora possiamo riprendere il nostro discorso".
Meno conciliante la reazione degli altri studenti, quelli che avevano voluto e richiesto attivamente l'incontro con il deputato. "Ci state privando di un nostro diritto" hanno detto ai loro compagni.
"E' un atteggiamento sconcertante" ha commentato Niccolò, rappresentante d'istituto dell'Anco Marzio. "Noi abbiamo voluto questo incontro organizzato dai docenti proprio per trovare una mediazione con le istituzioni. Presenteremo un documento al deputato Bachelet con i punti della 953 che secondo noi non vanno bene e speriamo di essere ascoltati e di trovare un compromesso" spiega. E non è il solo a pensarla così. "Dentro siamo più di trenta studenti, fuori ho contato solo 5 ragazzi dell'Anco Marzio, gli altri vengono da altre scuole o addirittura non sono più iscritti".
Nonostante l'interruzione, il dibattito sembra aver dato i suoi frutti. Più di 150 persone tra professori e studenti hanno partecipato. "Sia noi studenti che i professori siamo stati soddisfatti, soprattutto dell'opportunità offertaci di avere un luogo di confronto" ha dichiarato Niccolò. "L'on. Bachelet, che è stato l'unico ad accogliere l'invito dei docenti tra una rosa di parlamentaridei diversi partiti che erano stati convocati, ci ha spiegato che il Pd si è già attivato per bloccare la legge in Parlamento, e che qualora il partito dovesse vincere le elezioni il ddl Profumo sarebbe immediatamente rivisitato".
E all'orizzonte si profila ancora un nuovo cambiamento per il sistema scolastico italiano.
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