Via Aurelia, 3 morti in 6 giorni a Fregene e Santa Severa: allarme sicurezza per ciclisti e motociclisti
LA DOMANDA - Adesso, alla luce di queste ennesimi episodi drammatici, di queste morti assurde delle quali sono rimaste vittime coloro che per spostarsi utilizzano le due ruote, motociclisti e ciclisti, sono in molti a chiedersi se questi drammi si potevano evitare. E’, in una parola, ‘sicura’ l’Aurelia oppure le amministrazioni comunale e regionale possono e devono intervenire? Tra i primi a denunciare la pericolosità delle strade extraurbane della Capitale è la Federazione ciclistica italiana Lazio che torna a rivolgersi al governatore e al sindaco affinché sia garantita la sicurezza dei cosiddetti utenti deboli della strada. Ed intanto le famiglie continuano a versare lacrime.
L’AUTO PIRATA – L’ultimo incidente in ordine di tempo è quello avvenuto poco prima delle tre della notte del 28 giugno al chilometro 53 dell’Aurelia, all’altezza di Santa Severa. Matteo Grande, 25 anni, e la fidanzata Alessandra Carta, 23 anni, madre di un bimbo, che erano a bordo di uno scooter, sono stati travolti da un suv, una Kia, abbandonata poi sul posto dal pirata della strada che, invece di preoccuparsi di prestare loro i primi soccorsi, ha preferito scappare a piedi. Secondo una prima ricostruzione la vettura avrebbe invaso la corsia opposta andando ad impattare contro lo scooter. I due giovani, sbalzati di sella, sono praticamente morti sul colpo: inutili purtroppo i soccorsi. I carabinieri stanno indagando per risalire al responsabile: l’intestatario della Kia è stato rintracciato ma ha dichiarato di essere stato derubato dell’auto da ignoti.
IL CICLISTA INVESTITO – Mercoledì 22 giugno, invece, a perdere la vita era stato C.V., un ciclista di 78 anni travolto da un suv mentre si trovava nei pressi dell’entrata autostradale di Torrimpietra, nei pressi del Centro Tre Denari, a Fregene. L’uomo, dopo essere stato urtato dalla vettura, era finito a terra riportando traumi in tutto il corpo ed un grave trauma cranico. In seguito alla caduta il 78enne aveva avuto un arresto cardiaco. Sul posto erano prontamente intervenuti i sanitari del 118 ed il medico rianimatore, giunto a bordo dell’eliambulanza: avevano messo in atto tutte le manovre di rianimazione che in un primo momento avevano avuto successo. In seguito un secondo arresto cardiaco era risultato fatale ed il poveretto era deceduto. In questo caso l’automobilista si era fermato per prestare soccorso al ferito.
STRAGE DI PEDALATORI – La ‘strage di ciclisti’ sull’Aurelia, però, rappresenta purtroppo un deja vu. Lo scorso 31 marzo, nella zona di Casal Lumbroso-Massimina, ad essere travolto da un suv fu un uomo di 62 anni a bordo di una bici: fu trasportato d'urgenza con l'elisoccorso all'Aurelia Hospital. Quattro giorni prima, la mattina del 26 marzo, a perdere la vita fu Roberto Giacometti, 76 anni, morto dopo essere stato investito mentre percorreva in bici la consolare al chilometro 17,8, nel tratto compreso tra Malagrotta e Castel di Guido. A piombare sul gruppo di ciclisti - la vittima ed altri tre pedalatori - una 52enne alla guida di un'auto, prima fuggita e poi costituitasi volontariamente ai carabinieri di Montespaccato, che la denunciarono per omicidio stradale. Per quanto riguarda gli altri tre ciclisti uno, Carmelo Tripodi, risultò illeso, mentre Luigi Gabrieli, 68 anni, e Osvaldo Croce, 71 anni, riportarono una commozione cerebrale e una ferita causata da un raggio della ruota conficcato nella gamba. Tutti erano tesserati della Federazione ciclistica italiana Lazio.
LA FEDERAZIONE CICLISTICA ITALIANA LAZIO – Appresa la notizia della morte del pensionato a Fregene, Gianfranco Di Pretoro, responsabile Piste ciclabili e viabilità della Federazione Ciclistica Italiana Lazio, è tornato a denunciare la pericolosità delle strade, in particolare di quelle extraurbane come l’Aurelia, la Litoranea, ma anche della Cristoforo Colombo, sollecitando immediati interventi di messa in sicurezza. A questo riguardo ha inviato, all’indomani stesso della morte del 78enne, una mail al presidente della Regione Nicola Zingaretti e al sindaco di Roma Virginia Raggi.
LA LETTERA – “La Fci non può continuare a sopportare tale menefreghismo”, scrive Gianfranco Di Pretoro: “Parlate tanto di cicloturismo ma concretamente non fate niente. Sapete benissimo che le mete più percorse sono il mare ed i Castelli romani, la via Aurelia, la Cristoforo Colombo, la via Portuense, la Litoranea da Torvajanica ad Ostia, la via Appia Nuova. Cosa aspettate per farci riconoscere sulla strada?”, domanda alla prima cittadina di Roma Capitale e al governatore nella lettera inviata.
RICHIESTE URGENTI - “In attesa di una pista ciclabile degna di tale nome la Fci Lazio, considerando la distrazione dell’automobilista, che rappresenta il ‘problema dei problemi’, propone urgentemente questi interventi, forse dei veri e propri salvavita, nelle strade in cui sia presente la corsia laterale larga almeno un metro”, spiega il responsabile Fci Lazio: “la sistemazione di buche e radici nella corsia; la collocazione esterna della banda rumorosa e di catarifrangenti; la segnaletica verticale ‘Pericolo, presenza dei ciclisti’. Dopo aver onorato la pacifica vittima di oggi”, conclude, “ci auguriamo che da domani gli amministratori comunali e regionali ci considerino come tutti gli altri utenti della strada, con il loro spazio e non come fastidiose zanzare”.
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