Roma – Giravano a bordo di auto di lusso, pasteggiavano a champagne, avevano yacht e in vacanza andavano nelle loro ville alle Antille francesi ma al fisco dichiaravano meno del reddito di un modesto operaio. Questo il comportamento di tre notai i cui studi romani erano ben frequentati da una vasta clientela. Ad attirare l’attenzione sui tre professionisti le Fiamme Gialle di Roma, Frascati e  Tivoli, che, anche grazie all’analisi degli abbondanti flussi finanziari transitati sui loro numerosi conti correnti hanno scoperto una colossale evasione per oltre 36 milioni di euro, con una corrispondente Iva non versata per quasi 7 milioni di euro.


Le “acrobazie contabili” per sottrarsi al versamento di quanto dovuto alla collettività erano le più “fantasiose”. Si va dall’improprio utilizzo di titoli di esenzione fiscale alla simulazione di “restituzione di anticipi fatti per conto del cliente” (e quindi non tassati), al versamento del “nero” su conti correnti intestati a due “onlus” gestite dal professionista di turno. In un caso, l’ “indigente professionista”, pur avendo due studi, di cui uno nel centro di Roma, per un’annualità risultava “in perdita”, mentre per un’altra dichiarava solamente “1 euro”(!). Decisivo, anche ai fini della ricostruzione del debito tributario, il capillare controllo effettuato dalle Fiamme Gialle tra la documentazione depositata presso l’Archivio Notarile di Roma. Tutti i professionisti, oltre che con il Fisco, dovranno fare i conti con l’Autorità Giudiziaria alla quale sono stati segnalati per il reato di dichiarazione infedele.