Roma - «L’attivazione del cosiddetto “Percorso Rosa” potrebbe rappresentare un salto di qualità nell'ambito del contrasto alla violenza sulle donne, a patto che contenga adeguata copertura finanziaria e che non rimanga l’ennesimo provvedimento spot della Giunta Zingaretti. Pertanto è necessario capire quale sia la tempistica entro la quale si ritiene che tale servizio debba essere effettivamente operativo in tutti i pronto soccorso regionali». Lo dichiara Cinzia Pellegrino, referente per Roma Capitale del Dipartimento di Fratelli d’Italia “Area Tutela Vittime della violenza”, in merito all’approvazione del protocollo regionale d’intesa per l’attivazione di procedure e strategie finalizzate al contrasto della violenza nei confronti delle donne.
 

«Inoltre - spiega Pellegrino - analizzando il Protocollo d’intesa proposto dalla Regione Lazio non possiamo ancora sciogliere alcune riserve. Nel testo, ad esempio, non viene indicato tramite quali risorse si pensa di garantire il servizio di assistenza gratuita post ospedaliera. Le uniche cifre delle quali è dato sapere sono quelle da destinare all’opportunità della presenza, a chiamata, di un interprete LIS e di un interprete di lingue straniere all’interno dei Pronto soccorso. Nel primo caso si parla di 50 mila euro e nel secondo di 30 mila, senza specificare se si tratti di somme totali o da destinate ad ogni singolo Ospedale. Risulterebbe davvero difficile comprendere come si possa gestire un servizio del genere con delle cifre così esigue, considerato che il Lazio comprende ben 12 Asl».