Vittorio Emanuele, Caritas: “No a sgomberi e deportazioni, sì ad una dignitosa alternativa”
“A formare una piccola comunità sono cittadini italiani e stranieri, tra cui famiglie con minori, che vivono una condizione di emergenza sociale ed abitativa e che, come emerso nell’incontro dello scorso 13 aprile con la dottoressa Cinzia Esposito, direttrice del Municipio, con la dottoressa Gabriella Saracino, responsabile dei Servizi Sociali, con la dottoressa Rossella Matarazzo, dirigente commissariato Lido di Ostia, con la dottoressa Giuliana di Pillo, delegata al Litorale della sindaca Raggi e con una delegazione del Centro Socio abitativo, per una buona parte posseggono la residenza ufficiale del Comune di Roma presso il Centro stesso, rilasciata dal Municipio X a partire dall’anno 2000”, spiega don Franco De Donno: “lo sgombero forzato di queste persone costituirebbe un’invasione indebita di uno spazio legalmente assegnato”.
Secondo il sacerdote, “Ogni pensiero e tentativo di ‘sgombero’ non può non tenere conto di questa ‘storia’ che dura da più di 20 anni! Soltanto trattative su dignitose alternative ‘basate su una analisi più attenta e approfondita per conoscere le diverse condizioni sociali delle persone residenti’, non escludendo neanche situazioni di effettive e concrete fragilità, potrebbero evitare che una azione di sgombero assomigli a una ‘deportazione forzata’”.
“Come per la Caritas si attende che prima di provvedere allo sgombero sia subito pronta un’altra alternativa, così anche dovrebbe avvenire per il Centro Socio-abitativo: nessuno sgombero prima di aver provveduto a una concreta e dignitosa alternativa! Facciamo presente che ciò è già accaduto – in occasione del Giubileo - quando si trattò di liberare lo spazio occupato alla Vittorio Emanuele per ricavare gli spazi per l’attuale Ostello: a quelle persone ‘sgomberate’ furono assegnati dignitosi appartamenti popolari a via delle Azzorre”, sottolinea don Franco De Donno in una nota, ricordando che “la ex Colonia Vittorio Emanuele fu donata dai Savoia al Comune di Roma per provvedere a situazione di ‘fragilità sociali’ (allora bambini con genitori malati di tubercolosi) e tutta la ex colonia perciò dovrebbe essere utilizzata unicamente per scopi sociali e non per interessi di privati! Noi vigileremo perché quanto affermato avvenga!”, conclude.
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