Ostia - “Il X Municipio di Roma Capitale ha sospeso tutte le procedure negoziali in corso, alla luce dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma che coinvolge, tra gli altri, il mondo della cooperazione e dell’impresa. Questa decisione è stata adottata tenuto conto che il territorio del X Municipio è stato interessato, anche nel recente passato, da rilevanti indagini di natura penale relativa al ruolo svolto da organizzazioni criminali di stampo mafioso. A tutela dunque della cittadinanza e della onorabilità di questa amministrazione, sono state avviate le procedure per una ulteriore verifica delle gare di appalto, per la trasparenza e la legalità. Inoltre, la Direzione ambiente e territorio del X Municipio ha revocato gli appalti alla Cooperativa sociale 29 giugno, relativi al servizio di pulizia, manutenzione ordinaria e straordinaria del lotto 2 della spiaggia libera di Castelporziano, e quello delle potature di via di Castelfusano e della via del Mare”. Lo dichiara in una nota il X Municipio di Roma Capitale.


“Come ho già spiegato in altre occasioni, e ripetuto ieri durante la trasmissione Otto e mezzo, ho visitato la cooperativa 29 giugno per il reinserimento sociale, durante la campagna elettorale. Le foto che girano anche con Buzzi sono state scattate in quell'occasione. In quella visita ho incontrato anche tante donne e uomini che lavorano per quella coop e che oggi scoprono la verità, come tutti noi, sul loro responsabile. Con lui non ho avuto conversazioni di lavoro né quel giorno né mai. È incredibile che mentre escono intercettazioni della mafia in cui si parla di farmi fuori si cerchi di alzare un polverone su una visita pubblica - e relativa foto - fatta alla luce del sole”, dichiara il sindaco di Roma, Ignazio Marino.


I lavoratori della Cooperativa 29 giugno: "Non siamo mafiosi"

Prendono parola i lavoratori della Cooperativa 29 giugno in un comunicato stampa di cui riportiamo alcuni passaggi: "Siamo soci lavoratori, operai, impiegati, quadri della Cooperativa 29 Giugno e del Consorzio Eriches 29 (1.400 persone e famiglie) che vedono accostato il nome della “29 Giugno” a pratiche mafiose e corruttive, vogliamo chiarire che non è nostro costume condividere tali illeciti ed avendo fiducia nella Giustizia pretendiamo la celere celebrazione del processo che riguarda i nostri dirigenti ed ove fossero condannati siamo determinati ad intraprendere azioni legali volte al risarcimento della Cooperativa.


Siamo sempre stati garantisti ed abbiamo fatto del reinserimento sociale dei detenuti il nostro vanto ma chi tra noi fosse dimostrato aver avuto comportamenti illegali dovrà pagarne le conseguenze penali. È stato difficile trovare la forza per uscire pubblicamente con questo scritto perché per noi sono giorni di vergogna, smarrimento, incredulità, preoccupazioni, incertezza, ma anche in questa dolorosa occasione vogliamo affermare che tra i principi fondanti della Cooperativa resta immutato il valore dell’accoglienza degli ultimi e saremo sempre pronti a riaccogliere chiunque ne avesse bisogno. Ma in questo momento siamo preoccupati del nostro futuro. Non ci competono i giudizi penali ma le condanne etiche sì e per questo motivo rinneghiamo le espressioni inqualificabili prendendo le distanze da chi ha usato un linguaggio indifendibile che abbiamo appreso dalla stampa radiotelevisiva: non è nostro uso ridurre a guadagno i centri di accoglienza."